La seconda domenica di Pasqua nella Chiesa antica era chiamata “domenica in albis”, perché era il giorno in cui i primi cristiani andavano in Chiesa con i vestiti bianchi, ricevuti alla vigilia di Pasqua, in segno della vita nuova ricevuta da Cristo Risorto nel giorno del loro Battesimo. Alcuni anni fa il Beato Giovanni Paolo II ha voluto istituire in questo giorno la festa della Divina Misericordia, perché proprio per infinita misericordia, Dio si è fatto uomo, ha dato la sua vita per noi e ci ha fatto diventare Suoi figli.
E che cosa ci dona la misericordia divina? Nella preghiera della colletta della Messa per la festa si dice: “Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci ha dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti.”
La misericordia divina quindi ci ha dato una grande grazia, una vita nuova. Nel nostro Battesimo, Dio ci ha purificati, siamo stati rigenerati ed è iniziata per noi una vita nuova con Dio. Per la misericordia divina abbiamo ricevuto lo Spirito Santo e il Sangue redentore di Gesù e, per tutto questo, noi dobbiamo ringraziare Dio oggi.
Eppure, per capire fino in fono, il motivo per cui Giovanni Paolo II abbia voluto istituire questa ricorrenza è necessario guardare la Storia dell’ultimo secolo e la vita del Beato. Papa Wojtyla ha visto con i propri occhi che il secolo scorso è stato il periodo del grande martirio cristiano.
Nel secolo XX, in molti paesi, diversi governi, spesso nemici tra loro, hanno trovato un punto d’accordo: distruggere la fede cristiana in nome del progresso, della scienza o della Storia. Cosicché migliaia di cristiani sono stati perseguitati e un’immensa moltitudine ha dato la vita per Cristo e per la Chiesa in tutto il mondo, specialmente in Europa.
La persecuzione contro i cristiani nel mondo non è, purtroppo, una cosa passata. Non possiamo dimenticare! Solo l’anno scorso sono stati più di 100.000 i cristiani che hanno perso la vita a causa della fede nel mondo. Ma questo non trova spazio nei mezzi di comunicazione, non fa una notizia.
La cosa straordinaria in questo periodo di persecuzione è che i santi hanno risposto sempre con la stessa certezza: la misericordia divina è superiore al male che ci minaccia. Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto ciò e per 28 anni ha ribadito al mondo che la misericordia divina è il limite che Dio pone al male nel mondo.
La misericordia divina è, quindi, superiore a tutto e ci accompagna sempre. Quali sono i suoi segni? Il Vangelo letto durante la Messa ci risponde. Il primo segno è che Cristo è vivo, sta in mezzo ai suoi discepoli.
Che cosa farebbero gli uomini se Gesù Cristo tornasse e camminasse nel nostro mondo oggi? Mi hanno fatto questa domanda pochi giorni fa e ho risposto senza paura di sbagliare: Gesù Cristo è vivo in mezzo a noi, non ci ha mai abbandonato, è risorto ed è vivo nell’Eucaristia. Quando noi lo riceviamo e torniamo a casa, Lui cammina con noi per le strade del nostro mondo, entra nelle nostre case, nel nostro lavoro, nelle nostre scuole.
Gesù è in mezzo a noi e ci dice «Pace a voi!». Lui è la nostra pace e Lui sta sempre con noi. Ha un vero corpo e si dona a noi. Nell’Eucaristia riceviamo il corpo risorto di Cristo, con i segni della sua passione, che sono i segni del suo amore per noi.
Altro segno della misericordia divina: «Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Dio aveva creato l’uomo unendo il suo alito alla terra. Ora Gesù dona il suo alito ai discepoli, quindi la sua stessa potenza creatrice, capace di perdonare i peccati, iniziando così una vita nuova. Non è questo altro grande donno della misericordia divina? Nulla, infatti, causa tanto dolore al cuore umano quanto i propri peccati. E per la misericordia divina, Gesù sta in mezzo a noi, unito ai suoi ministri, ed è sempre disponibile al perdono.
C’è, infine, ancora un altro segno della misericordia divina: la domenica successiva alla Pasqua, Gesù va da Tommaso, gli mostra le sue ferite per guarire un altro tipo di ferita: la sua incredulità. Lo stesso succede con noi, Cristo ci cerca per guarirci della nostra incredulità.
Ringraziamo allora la meravigliosa misericordia di Dio per noi, che ci ha dato la vita; ci ha fatto diventare cristiani, ci ha dato lo Spirito Santo, la possibilità di essere perdonati sempre e la vera pace. La misericordia di Dio è sempre con noi, è Gesù stesso che si dona realmente nell’Eucaristia. Ringraziamolo e continuiamo avanti senza paura di nulla, sulla stessa strada di Cristo e dei martiri del nostro tempo.
* Don Anderson Alves, sacerdote della diocesi di Petropolis – Brasile. Dottorando in Filosofia presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma.