"Chieda ai governanti di lavorare per la pace"

Appello dei vescovi sudcoreani a papa Francesco

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I venti di guerra tra le due Coree preoccupano fortemente i vescovi cattolici della penisola, che hanno indirizzato un appello al Santo Padre.

“Ci rivolgiamo a papa Francesco: lo ringraziamo per le preghiera e speriamo che continui a prestare attenzione alla penisola coreana, chiedendo ai responsabili delle nazioni, di Corea, Russia, Stati Uniti e Cina, di lavorare seriamente per la pace”, ha dichiarato all’Agenzia Fides (5 aprile) il presidente della Conferenza Episcopale della Corea, monsignor Peter Kang U-il, vescovo di Cheju.

Il presule ha definito l’eventuale scoppio di una nuova guerra una “catastrofe per tutti”. “I due governi, del Sud e del Nord, sanno benissimo che la guerra, nella nostra epoca, con il possibile utilizzo di armi di distruzione di massa, sarebbe un disastro totale e potrebbe annientare il popolo coreano, al Sud e al Nord”, ha detto.

“L’atteggiamento della Nord Corea – ha spiegato il presule – dipende dalla grave situazione economica interna, che è ormai insostenibile, con milioni di persone alla fame e un popolo che subisce l’oppressione”. Secondo il vescovo della diocesi di Cheju, i militari nordcoreani e il giovane uomo forte di Pyongyang, Kim Jong-un, “hanno bisogno di trovare un nemico esterno e paventare un imminente pericolo da porre davanti agli occhi della popolazione stremata”.

In preparazione al 60° anniversario dell’armistizio tra Nord e Sud, che ricorre il 27 luglio prossimo, la Chiesa cattolica della penisola ha appena lanciato una speciale “Campagna di preghiera per la Riconciliazione”, per la quale ha chiesto la benedizione di Papa Francesco.

“Lo ringraziamo di cuore per le preghiere e le parole che ha già pronunciato sulla Corea”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale. “Imploriamo la sua benedizione e supplichiamo che possa parlare ai capi delle nazioni perché si adoperino con forza, insieme, per la pace in Corea”, ha continuato mons. Kang.

“Questa volta il grado di provocazione è molto alto e il popolo lo avverte”, ha sottolineato il vescovo. “Come cristiani auspichiamo e ci aspettiamo un sussulto di responsabilità dai leader politici e vogliamo ancora guardare al futuro con fiducia e speranza”, ha aggiunto.

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ZENIT Staff

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