L'ABC di Joseph Ratzinger

In un volume della Libreria Editrice Vaticana curato da monsignor Zollitsch il pensiero di Ratzinger, attraverso passaggi tratti dalle sue opere e suddivisi per temi

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164 tra termini, nomi e concetti per spiegare il pensiero di “uno dei teologi di maggior spicco della nostra epoca”. È “l’ABC di Joseph Ratzinger” (290 pagine, 15 euro), un nuovo libro di consultazione da “Abbà” a “Vocazione”, quasi un vocabolario che ripercorre e illustra l’essenza del pensiero del Pontefice emerito Benedetto XVI attingendo alle sue numerosissime opere. Il volume, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, è a cura di monsignor Robert Zollitsch, arcivescovo di Friburgo e presidente della Conferenza Episcopale della Germania, ed è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Papa Benedetto XVI, impegnato nell’edizione di tutti gli scritti di Joseph Ratzinger e fondato da monsignor Gerhard Ludwig Müller, oggi prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

“Per Joseph Ratzinger-Benedetto XVI era e resta decisivo servire la verità; lo era per il teologo impegnato nell’attività didattica, lo è per il vescovo nel servizio pastorale” scrivemonsignor Zollitsch nella prefazione, ricordando poi il motto episcopale di Ratzinger:Cooperatores veritatis, “collaboratore nella verità”. “Con le sue opere – spiega Zollitsch – Joseph Ratzinger si è messo al servizio di quella verità, che non è un principio astratto, ma lo stesso Dio vivente”. Accanto alla verità, v’è l’amore quale “seconda grande nota fondamentale” che attraversa tutta la sua opera. “Verità e amore s’incontrano in Gesù Cristo. E chi vede Lui vede il Padre. Egli ci manifesta Dio stesso”.

È a partire da Cristo che si sviluppa la teologia del Papa emerito, il quale nei suoi libri dedicati a Gesù “mostra in maniera impressionante che la fede è fondata su Gesù in quanto figlio di Dio e che essa è ragionevole; una fede che non annaspa nel vuoto e piuttosto, solida com’è, può accompagnarci nella vita e nella morte” considera ancora Zollitsch.

In occasione della terza visita del Pontefice in Germania (settembre 2011), l’Istituto Papa Benedetto XVI ha tratto dall’opera del professore e cardinale Ratzinger una brochure in forma di libro teologico di consultazione, che adesso è stata ampliata e arricchita in una nuova edizione. Questo elegante volume consente pertanto “un rapido orientamento su questioni concrete e tuttavia suscita anche il piacere di affrontare la lettura di altro, di andare magari a cercare ulteriori letture interessanti e stimolanti”, osserva Zollitsch. Ciascuna voce presenta infatti la fonte bibliografica dalla quale sono tratti i passaggi riportati, e rimandi ad altre voci che ampliano il discorso o ne illuminano aspetti diversi.

“Amore”, “Europa”, “Dialogo tra le religioni”, “Magistero della Chiesa”, “Sofferenza”,  “Senso della vita”: la varietà dei temi affrontati è amplissima e risulta di una profondità illuminante, frutto di una chiarezza di pensiero che riesce a esprimersi in maniera semplice e sa confrontarsi con i maggiori filosofi e pensatori dei vari secoli.

In “Agnosticismo” sono considerate due possibilità pratiche: “Vivere come se Dio non ci fosse, oppure vivere come se ci fosse e come se fosse la realtà determinante la mia vita”. Riflettendo sul “Gioco”, Joseph Ratzinger lo definisce “una sorta di tentativo di ritorno al paradiso; il passaggio dalla gravità del quotidiano che schiavizza e dal suo disbrigo al libero rigore di ciò che non deve essere coercitivo e che proprio per questo motivo è bello”. Alla voce “Neopaganesimo” si parla di una “Chiesa di pagani che si chiamano ancora cristiani e che in verità sono diventati pagani”. E più avanti: “Alla lunga, alla Chiesa non sarà risparmiato di dover smantellare pezzo per pezzo la parvenza della propria facciata con il mondo per diventare di nuovo ciò che è: comunità dei credenti. Perdendo quelle esteriorità, la sua forza missionaria potrà davvero solo crescere”. In “Speranza” Ratzinger nota che “l’uomo attende sempre più di quanto una qualsiasi presenza gli possa dare”, ma speranza indica proprio la “fiducia che quel desiderio troverà una risposta”. Così essa “è descrivibile come l’anticipazione di quello che verrà”: attraverso la speranza “ciò che è «non ancora» illumina «già» la nostra vita”. A ciò si lega la fede, in quanto “credere significa uscire dal gioco di ombre delle cose decadenti e raggiungere il solido terreno della realtà autentica”. Pertanto “noi, i cristiani (…) poggiamo su un terreno diverso, un terreno che nessuno può toglierci da sotto i piedi, neppure la morte”.

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ZENIT Staff

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