Egregio direttore,
vorrei fornire il mio contributo in un’ottica diversa, riguardo alla prospettiva della prossima chiusura del reparto ostetricia dell’ospedale Santo Spirito di Bra, condividendo pienamente il senso di grave impoverimento della nostra comunità che ne consegue.
Nessuna delle voci che finora si sono alzate in difesa del nostro punto nascite ha però considerato che nel 2012 a fronte dei 351 bambini nati a Bra, sono ben 177 (di cui 102 in procedura d’emergenza) quelli che ai quali invece non è stato concesso di nascere, praticando l’aborto volontario.
Salvando anche solo metà di questi bambini si sarebbe superata la soglia delle 400 nascite, discriminante per la sopravvivenza del reparto.
Chi si pone il problema di esplicitare la preferenza per la nascita, in forma di aiuto concreto, quando una donna vive la gravidanza con ansia, incertezza o solitudine?
Quando anche una sola parola incoraggiante potrebbe capovolgere l’esito di una vita?
Sicuramente il Centro di Aiuto alla Vita, che vive quotidianamente la sua missione di porgere la mano a queste mamme ed ai loro figli.
Peccato però che nonostante tutti gli sforzi, l’anno scorso il C.A.V. sia riuscito a far nascere soltanto una decina di bambini, salvati dall’aborto.
Mancanza di risorse umane, organizzative o economiche? Tutt’altro, il motivo è invece da ricercare nella pressochè totale impossibilità delle nostre volontarie di venire in contatto con le mamme che vivono il dramma di una gravidanza inattesa, non desiderata o problematica, per fornire accompagnamento solidale, incoraggiamento e aiuto concreto.
Se vogliamo fermare questa strage braidese, un terzo dei bambini concepiti viene eliminato!, bisogna che innanzitutto cada la “blindatura” creata sui percorsi delle donne che richiedono l’interruzione volontaria della gravidanza, per consentire loro di cercare e ricevere proposte alternative all’aborto, o comunque di fare la propria scelta, così importante e senza ritorno, con la massima consapevolezza e vera libertà che deriva dalla conoscenza.
Siamo disponibili con chiunque, strutture pubbliche e private, istituzioni, professionisti o privati cittadini, per ricercare e realizzare progetti di intervento utili a migliorare l’incresciosa situazione che ci tocca così da vicino, e magari anche evitare che il reparto del nostro ospedale sia ridotto alla sola attività di “abortorio”.
Centro di Aiuto alla Vita,
Via Verdi n.15,
120142 Bra (Cn)
Tel. 0172 44771
fax 0172 412180
* Guido Chiaramello è presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Bra