L'universo incontra il suo Creatore

Il programma di affreschi nel tempio bizantino-slavo in un seminario promosso dalla Scuola di Seriate

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Sotto la guida di Levon Nersesjan, studioso russo di arte medioevale, collaboratore scientifico della Galleria Tret’jakov e autore di numerose pubblicazioni, uscite anche in Italia, l’associazione “La Scuola di Seriate”, promuove un seminario ad hoc sugli affreschi nel tempio bizantino-slavo.

L’appuntamento con il seminario L’universo incontra il suo Creatore è per il prossimo 4 maggio, presso Villa Ambiveri a Seriate (via Tasca 36).

Il seminario si articolerà in due sessioni (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18), che prenderanno in esame la concezione teologica, le simbologie e le tecniche artistiche impiegate nei programmi di affreschi caratteristico del tempio bizantino, con particolare riferimento al mondo slavo.

L’affresco svolge una funzione complementare rispetto all’icona, all’interno del tempio, e costituisce una delle componenti dell’azione liturgica, cui tutto è qui finalizzato. Nella chiesa, che è contemporaneamente segno dell’universo e del corpo di Cristo, gli oranti si trovano all’incrocio di due mondi che qui recuperano la loro unità, nel convergere di tutto alla Venuta di Cristo.

Generalmente gli studiosi fanno risalire al IX-XI secolo il formarsi del tradizionale sistema di affreschi nel tempio ortodosso, innanzitutto in riferimento al definitivo ripristino del culto delle immagini sacre a Bisanzio (metà del IX secolo). Un altro importante fattore a determinare l’apparire di tale sistema è l’evoluzione del canone liturgico ortodosso, che proprio in quest’epoca assunse forme simili a quelle contemporanee. Nell’architettura sacra, a sua volta, si afferma la tipologia a pianta quadrata, con cupola impostata su crociera, che si presentava come la più funzionale sia allo svolgimento dell’azione liturgica sia a sottolineare il valore simbolico degli edifici sacri e delle loro singole parti.

L’apparire e il diffondersi del nuovo sistema di decorazione monumentale ci è testimoniato da alcune brevi descrizioni delle decorazioni di interni di templi bizantini, come pure dai monumenti conservatisi fino ad oggi, tra i quali un posto centrale occupano i mosaici e gli affreschi della cattedrale di Santa Sofia a Kiev. Di qui è possibile ricavare i principi generali che guidavano la selezione e l’accostamento dei soggetti e il loro legame simbolico con determinate aree del tempio. D’altro canto, perfino le più antiche tra le opere rimasteci mostrano una notevole individualità e originalità dei programmi decorativi, non solo in rapporto al loro contesto culturale e storico, ma anche alla volontà dei committenti, che potevano introdurvi peculiari accenti di significato.

Esaminando la funzione specifica dell’affresco, all’interno di questo sistema simbolico, straordinariamente ricco e complesso e nel contempo di una straordinaria trasparenza, Levon Nersesjan lo studioso ha scelto di mostrarne l’evoluzione in rapporto alla teologia dell’immagine e alle diverse caratteristiche della cultura medioevale bizantina, soffermandosi in particolare – come esemplificazione di tale processo – sulla cultura pittorica di Pskov, anello di congiunzione tra il mondo bizantino e quello slavo, attraverso tre complessi di pittura medioevale, nei monasteri di Miroa, Snetogory e Meletovo.

I tre notevoli complessi di affreschi, realizzati in epoche diverse nella remota periferia del mondo ortodosso, dimostrano visivamente la complessità e pluriformità delle «decorazioni» simboliche che gli artisti medioevali «intessevano» sul «canovaccio» già prefissato, e d’altra parte evidenziano l’universalità e duttilità di questo stesso «canovaccio», un sistema che consentiva di esprimere le più diverse sfaccettature della dottrina cristiana e dell’esperienza religiosa.

Gli affreschi della chiesa monastica della Trasfigurazione, all’interno del monastero sulla Miroa a Pskov (1130-1140), eseguiti su commissione dell’arcivescovo Nifont, possono essere interpretati come un’«enciclopedia cristologica» di straordinaria completezza, che echeggia i lunghi e intensi dibattiti teologici sulle nature divina e umana di Cristo e il suo sacrificio redentivo, iniziati a Costantinopoli alla fine dell’XI secolo e che si sarebbero protratti fino al 1160 circa.

Quasi due secoli dopo, gli affreschi di Miroa furono tra i modelli impiegati dagli artisti che decorarono la chiesa della Natività all’interno del monastero di Snetogory (1313). Tuttavia, oltre a nuovi soggetti e nuove soluzioni iconografiche, gli affreschi di Snetogory presentano anche nuove priorità ideali, legate alle tradizioni ascetiche e mistiche del monachesimo ortodosso, di immensa importanza per i contenuti della cultura religiosa bizantina e russa del XIV secolo.

L’ultimo e più insolito dei tre complessi è costituito dagli affreschi della chiesa della Dormizione a Meletovo (1465), che mostra nei suo programma elementi caratteristici dell’arte del Tardo Medioevo ortodosso: un evidente ampliamento delle fonti letterarie, la tendenza a complesse e plurisemantiche allegorie. Nel contempo, sono chiari non solo la diretta continuità rispetto alle opere più antiche, ma anche gli elementi comuni che mettono in luce le peculiarità della cultura religiosa e artistica di Pskov.

ISCRIZIONE AL SEMINARIO:

È possibile partecipare al seminario previa iscrizione entro il 28/4/2013, scrivendo a: scuolaseriate@russiacristiana.org; oppure telefonando al n. 035294021 (Adriana)

Quota di partecipazione € 10

Quota pranzo € 20.00 (specificare al momento dell’iscrizione se si prenota il pranzo)

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ZENIT Staff

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