Nel centro di Bruxelles in una viuzza, stretta, per l’esattezza in un passaggio, che se non lo sai non lo trovi, c’è un teatro che ti fa entrare in un mondo di fiaba, in un libro, in un racconto. È il Theatre Royale de Toone (www.toone.be).
Si entra da questa viuzza stretta, si fa la fila stipati sulle scale strette per comprare i biglietti e poi si sale ancora, guardando ai lati una serie di manifesti antichi e moderni del teatro, e poi si accede… il palcoscenico, gli sgabelli di legno con dei cuscini colorati, lo sguardo va in alto alle travi e a ciò che sta appeso alle travi: gli attori, di tutti i colori, uomini, donne, di tutte le epoche. Sono le marionette. Il Toone è il burattinaio, è il direttore del Teatro.
Il teatro si trova nell’Ilot Sacré, vicino alla Grande Place, in una casa del 1696, che il Toone n°7 ha acquistato alla fine degli anni ’60 per dare una sede a questo teatro unico. È la Maison du Toone, cioè la Casa dei Toone.
Toone è il diminutivo brussellese di Antonio ed è anche il nome del 1° Toone, che appunto si chiamava Antoine Genty; nato nel 1804, inizia il teatro delle marionette nel 1830 e lo porta avanti fino al 1890.
Dopo di lui la dinastia dei Toone continua fino ad oggi. Non sono necessariamente padre e figlio, ma si tratta di una dinastia di “marionettai” che viene trasmessa in effetti di generazione in generazione. Il nuovo Toone deve essere adottato dal suo predecessore e dal pubblico.
Il Toone attuale è l’VIII, Nicolas Geal, intronizzato Toone dal sindaco nel 2000, figlio, in questo caso, del Toone VII, José Geal, che il 10 dicembre 1963 è stato intronizzato come Toone VII e ha rialzato le sorti del Teatro che aveva avuto un po’ di difficoltà, durante la reggenza del Toone precedente.
Fu lui, Toone Padre, a inaugurare la nuova stagione della Maison de Toone, nella nuova sede, con l’opera La Passione, il 1 aprile 1966, scritta da Michel de Ghelderode.
La Passione da allora è un classico che viene messo in scena ogni anno durante il triduo pasquale, giovedi, venerdi e sabato santo. È una preparazione alla Pasqua.
Lo spettacolo racconta la Passione di Cristo, ambientandola a Bruxelles, la lingua è il bruxellese, che è un dialetto francese, comprensibile. Non è necessario conoscere la lingua per entrare nel racconto, per seguire la storia della passione di Gesù. È una piece comica, come lo sono tutti gli spettacoli delle marionette, quindi ci sono alcune trovate che non si trovano nei vangeli (come per esempio la moglie di Giuda…) che non tolgono nulla alla potenza della passione e alla buona notizia. E alla fine lo spettatore entra nella felicità del Cristo risorto. È un annuncio, Cristo è risorto, fatto tramite una marionetta, che osa dire una veritá profonda e necessaria in una Bruxelles che la fede l’ha persa quasi del tutto, una verità che solo i comici, i giullari, in certi tempi, si possono permettere di dire.