Almeno per ora il principio del divieto di ricerca sugli embrioni umani in Francia, è salvo. Giovedì 28 marzo l’Assemblea Nazionale ha infatti bocciato una proposta di legge, la quale mirava ad autorizzare la controversa ricerca che comporta la soppressione di embrioni umani.
Secondo i movimenti per la vita, fra cui Alliance VITA, in caso di approvazione, il testo proposto ai membri della Camera bassa del parlamento francese avrebbe cambiato radicalmente le condizioni di ricerca sugli embrioni e sulle cellule staminali ottenute da embrioni umani, sostituendo l’attuale divieto con un quadro molto più ampio e vago.
Come osserva Alliance VITA in un comunicato pubblicato venerdì 29 marzo, la discussione è stata portata avanti senza la previa consultazione dei cittadini francesi attraverso gli Stati Generali, il cui meccanismo è iscritto invece nella legge di bioetica del 7 luglio 2011.
Nello stesso comunicato stampa, il presidente del movimento, Xavier Mirabel, ha espresso la sua soddisfazione per l’esito. “Accolgo con favore l’impegno determinato dei deputati”, ha dichiarato il dottor Mirabel.
Secondo il presidente di Alliance VITA, il testo avrebbe provocato “un regresso etico e scientifico assurdo”. “Non vi è alcuna ragione scientifica per trattare l’embrione umano come una cavia da laboratorio”, ha detto Mirabel, ricordando che il Premio Nobel per la Medicina 2012 è stato assegnato nell’ottobre scorso al giapponese Shinya Yamanaka e al britannico John Gurdon proprio per le loro ricerche sulla riprogrammazione nucleare, “che è una tecnica etica”.
“Autorizzando esplicitamente la ricerca sull’embrione, portandolo alla sua distruzione, la proposta di legge sconvolge un principio bioetico importante che conferisce all’embrione umano una protezione simbolica”, ha proseguito Mirabel, il quale ha anche ricordato che “la ricerca sugli embrioni non ha dato alcun risultato convincente finora” e che altri Paesi hanno già deciso di promuovere la ricerca con le cellule staminali riprogrammate (IPS).
Per questo motivo, Alliance VITA ha invitato il Parlamento e il Governo francese a privilegiare le ricerche etiche e ad applicare rigorosamente la legge di bioetica, limitando le deroghe alla norma concesse troppo facilmente.
Secondo Alliance VITA, che sostiene l’iniziativa europea “Uno di noi” (www.undenous.fr), la Francia è in piena contraddizione con le linee guida europee che vietano i brevetti da embrioni umani e con la Convenzione di Oviedo, che nell’articolo 18 chiede una “protezione adeguata” per gli embrioni in vitro.