Lettura
Nel Venerdì Santo, quando «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato» (1Cor 5,7), la morte in croce del Signore inaugura il mistero pasquale. Il racconto della passione secondo Giovanni si apre e si chiude in un giardino, per indicare che Cristo ha riscattato il peccato di Adamo ed ha riportato l’uomo nel paradiso perduto. Quello che apparentemente potrebbe sembrare il momento di massima sconfitta di Gesù, presenta alcuni tratti inconfondibili di regalità e di luce. La preghiera universale della liturgia di oggi ci ricorda che Gesù è il redentore di tutto il genere umano.
Meditazione
Per Giovanni il cammino del dolore di Gesù non è la vittoria delle tenebre, ma un cammino d’amore e di luce. Esternamente Egli sprofonda nella massima debolezza, e tutto sembra perduto; in realtà la sua via crucis è una marcia trionfale verso il Padre. Gesù è il vero dominatore degli eventi della sua passione e morte. Egli si fa trovare dai suoi carnefici, ma si rivela a loro nella sua potenza di Signore dicendo «Io sono», e facendoli stramazzare a terra davanti alla rivelazione del nome di Dio. Egli afferma di essere re, ma non di questo mondo. Egli si lascia intronizzare sul seggio giudiziale del procuratore per dimostrare che è lui il vero giudice, nonostante sia condannato falsamente. Sul Golgota Gesù affida Maria come madre al discepolo amato che è figura di tutti i credenti. Sul Calvario a Gesù non vengono spezzate le ossa, perché Egli è l’Agnello pasquale che si immola intatto. Gesù è morto, e la sua morte coincide con la sua gloria: «Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (12,32). Egli diviene centro di unità e di compimento delle attese di salvezza di tutta l’umanità. Dall’acqua e dal sangue, sgorgati dal suo fianco aperto da una lancia, ha origine la Chiesa. L’ora della croce e della morte segna la morte della morte e del dono dello Spirito di vita. Sta a noi scegliere in che veste vogliamo entrare nella storia della passione di Cristo: nella veste del Cireneo, in quella delle donne che piangono, del centurione che si batte il petto, e di Maria che sta silenziosa accanto alla croce; o se nella veste di Giuda, di Pietro, di Pilato, o di coloro che «guardano da lontano» come vanno a finire le cose. Il Signore ci invita ad abbracciare ogni giorno la nostra croce dietro di lui, sapendo che, se perdiamo la vita per lui, la salveremo per l’eternità.
Preghiera
«Conservaci Signore la tua pace, o Agnello immolato per la nostra salvezza: Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem! Allontana dal cuore degli uomini ciò che può mettere in pericolo la pace, e confermali nella verità, nella giustizia, nell’amore dei fratelli» (Giovanni XXIII).
Agire
Bacerò il crocifisso e mediterò sulla Via Crucis o personalmente o partecipando a una celebrazione comunitaria.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo eletto di Monreale, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it