Da quando S. Francesco d’Assisi realizzò il primo presepe natalizio a Greccio nel 1223, le rappresentazioni della Natività di Gesù Cristo si svilupparono ovunque al fine di ravvivare la fede cristiana. La sua stessa espressione, con la quale accompagnò questa sua intuizione, è emblematica della sua finalità: «Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello» (Tommaso da Celano, Vita prima, XXX).
Da qui la necessità di voler rappresentare in maniera viva ed efficace la persona di Gesù, la sua storia, riconosciuta come salvifica dai cristiani. Questa rappresentatività del Mistero di Cristo suggerisce anche l’idea di un “presepe” pasquale. In fondo i Vangeli e la Parola della Chiesa non fanno altro che annunciare la Pasqua in maniera multiforme. (Kähler sosteneva, con una frase che ha avuto grande successo, che i “ vangeli sono il racconto della passione con un’ampia introduzione”). Peraltro, anche nell’iconografia dedicata all’incarnazione del Figlio di Dio, i pittori hanno spesso evidenziato il mistero Pasquale, attraverso una simbologia ricca ed articolata.
In forza di queste suggestioni, l’Opera della Porziuncola ha allestito presso la Sala San Pio X del Museo della Porziuncola, un “presepe” pasquale. Si tratta di una serie di rappresentazioni di episodi evangelici, in modo particolare è illustrato il cammino del Signore verso la Pasqua. La mostra, per meglio dire l’opera, intitolata “I Misteri Santi”, è stata realizzata da Massimo Lelli, e sarà aperta al pubblico gratuitamente tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00.