Da domani il Santo Padre Francesco darà ufficialmente inizio al suo Pontificato. Alle 9.30 della mattina, in una piazza San Pietro sicuramente straripante si celebrerà infatti la tanto attesa Messa detta “di inizio del ministero petrino” e non di “intronizzazione” come ha precisato padre Federico Lombardi nel consueto briefing con i giornalisti.
Alla vigilia dell’evento, il portavoce vaticano ha spiegato alla stampa ogni dettaglio dell’importante cerimonia. Innanzitutto, la disposizione in piazza San Pietro delle numerose personalità che hanno espresso il desiderio di stare accanto al Santo Padre in questo evento. Quindi arcivescovi e vescovi non concelebranti e delegazioni di altre Chiese e comunità non cristiane al lato sinistro; e ministri e Capi di Stato dei diversi Paesi a destra.
All'ombra della statua di San Pietro, ci saranno le delegazioni delle altre religioni, tra cui ebrei e musulmani, insieme a circa 1200 sacerdoti e seminaristi. Mentre davanti alla Statua di San Paolo ci sarà il Corpo diplomatico e numerose autorità. Il resto della Piazza sarà disponibile ai fedeli.
Papa Francesco – ha poi informato padre Lombardi - lascerà la Casa di Santa Marta alle 8.45/8.50 e salirà sulla Papamobile “per fare il consueto giro in mezzo alla folla”. Si preparerà poi nella Sagrestia della Basilica, vicino la Pietà di Michelangelo, per dare inizio alla cerimonia alle 9.30.
La Messa di “inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma”, espressione che - ha spiegato il gesuita - rimarca l’inaugurazione solenne “di un servizio per la Chiesa universale”, è molto “legata a San Pietro di cui il Papa è successore”. Prende infatti le mosse dai luoghi vicini al primo Vescovo di Roma: la tomba al centro della Basilica, da cui il Pontefice partirà in processione, e il Sagrato, dove, secondo la tradizione, Pietro subì il martirio.
Durante la processione dalla tomba alla Piazza verranno intonate le antiche Laudes Regiae (Lodi del Re), canto litanico nel quale sono invocati molti santi, soprattutto i Papi canonizzati. Ad accompagnare Papa Francesco nella tomba: circa una decina di Patriarchi e Arcivescovi maggiori delle Chiese orientali cattoliche, che presiederanno la Messa insieme agli altri 180 Concelebranti. Tra questi: tutti i cardinali presenti a Roma (non solo gli elettori), il Segretario del Collegio cardinalizio, card. Baldisseri, e due sacerdoti: il superiore generale dei francescani, padre Carvaglio, e il generale dei gesuiti, padre Adolfo Nicolàs.
Serviranno la Messa, inoltre, 14 frati francescani del santuario de La Verna (Arezzo) - luogo in cui San Francesco d’Assisi ricevette le stimmate nel 1224 – richiesti dal Vaticano per volontà dello stesso Pontefice in segno del profondo amore per il Poverello d’Assisi.
Presso la tomba, ha informato Lombardi, sono custoditi l’Anello del Pescatore e il Pallio, ovvero i segni del ministero petrino che verranno consegnati al nuovo Papa prima della Messa. Ai cardinali primi nei tre ordini (dei Vescovi, dei Presbiteri, dei Diaconi) l’onere e l’onore, quindi, di presiedere i momenti più importanti prima della celebrazione.
Il pallio, infatti, verrà imposto al Pontefice dal Protodiacono Jean Louis Tauran (il porporato che ha annunciato mercoledì l’Habemus Papam) ed è lo stesso utilizzato da Benedetto XVI. Esso - ha spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana - “è una sorta di sciarpa di lana da mettere sulle spalle, che ricorda il buon Pastore che porta le sue pecorelle”, ed è decorato da croci rosse che richiamano le piaghe della Passione di Cristo.
Ci sarà poi una preghiera affidata al Protopresbitero Daneels e infine la consegna dell’Anello del Pescatore per mano del cardinale decano Protoepiscopo Sodano. L’Anello è detto “del Pescatore” – ha chiarito padre Lombardi - perché San Pietro era pescatore e viene trasformato da Cristo in “pescatore di uomini”. Tuttavia sull’anello che riceverà Papa Francesco non ci sarà la tradizionale effigie dell’Apostolo che getta le reti, ma San Pietro con le chiavi del Regno dei Cieli.
L’anello è opera di un famoso artista italiano di arte sacra, Enrico Manfrini. Il modello, in argento dorato, è stato scelto dallo stesso Pontefice tra due o tre possibilità presentate dal maestro delle Cerimonie, che, a sua volta, lo aveva ricevuto dai segretari di Paolo VI, mons. Macchi e mons. Malnati.
L’ultimo rito introduttivo della Messa sarà poi la promessa di obbedienza dei presenti al nuovo Papa. Saranno scelti per questo sei cardinali, due per ogni Ordine. Non ci saranno invece “rappresentanti delle altre componenti del Popolo di Dio”, che compieranno il gesto di obbedienza tra qualche settimana, in occasione della presa di possesso di San Giovanni in Laterano.
Dopo i riti simbolici, si darà il via alla Messa solenne, senza “letture speciali collegate al servizio del nuovo Papa o al governo della Chiesa”, ma con brani e salmi della Festa di San Giuseppe. L’unica particolarità sarà il Vangelo cantato in greco, in virtù dell’usanza di mantenere nelle grandi celebrazioni sia il latino che il greco “in ricordo della Chiesa di Oriente e di Occidente”.
Per rendere più “semplice” la Messa e permettere che non duri più di due ore, non ci sarà poi una processione delle offerte e il Papa non distribuirà la comunione personalmente. Essa verrà data dai diaconi e da 500 sacerdoti in tutta la Piazza.
Per la musica, ci saranno il Coro della Cappella Sistina e il Coro di Musica Sacra. Un pezzo particolare, ha segnalato padre Lombardi, è il mottetto dell’offertorio composto appositamente per la Messa d'inizio Pontificato da Pierluigi da Palestrina dal titolo Tu es Pastor ovium.
Tutta la cerimonia terminerà con il canto collettivo del Te Deum, dopodiché il Papa deposte le vesti liturgiche, attenderà davanti all’altare centrale della Basilica che tutti i Capi delle delegazioni dei diversi Paesi lo salutino “degnamente”.
Le delegazioni delle altre Chiese e religioni, invece, saranno ricevute in Udienza nella Sala Clementina il giorno successivo, mercoledì 20, alle 11.00. In totale, ha sottolineato Lombardi, saranno 132 le delegazioni che renderanno omaggio al nuovo Pontefice. Un grande segno di stima verso uno che è Papa da soli cinque giorni.
Alla domanda di come muteranno le esigenze degli uomini di sicurezza considerando lo stile “spontaneo e estroverso” del nuovo Pontefice, il portavoce vaticano ha risposto che i responsabili della sicurezza devono “per mestiere” preoccuparsi della sicurezza del Successore di Pietro e delle altre persone, ma devono anche “rispettare i desideri del Papa, la sua volontà e il suo stile”.
“Quindi – ha concluso - se il Santo Padre dice ‘voglio andare a salutare delle persone’, gli incaricati della sicurezza lo accompagnano e garantiscono che tutto si svolga bene. Anche perché rientra nella loro capacità e intelligenza sapersi adattare e muovere con elasticità a seconda delle intenzioni che il Papa manifesta”.