La Conferenza episcopale spagnola, a conclusione della sua Assemblea plenaria dell’aprile 2012, ha pubblicato un documento dal titolo: “La verità dell’amore umano. Orientamenti sull’amore coniugale, l’ideologia del genere e la legislazione familiare”.
Pur rimarcando i segnali di speranza che sempre possono essere individuati, il Documento non nasconde le ombre che aleggiano sulla società; «aborti, divorzi, lo sfruttamento dei deboli e dei poveri, in particolare i bambini e le donne, gli anticoncezionali e le sterilizzazioni, i rapporti prematrimoniali, il degrado delle relazioni interpersonali, la prostituzione, la violenza nell’ambito familiare, la dipendenza da pornografia, droghe, alcol, gioco d’azzardo e internet».
I Vescovi spiegano la complementarietà uomo e donna: «Maschio e femmina li creò» (Gen. 1, 27), non sono le belle parole di una letteratura religiosa da superare. «La creazione dell’essere umano nella dualità dei sessi» fa risaltare «il significato assiologico della sessualità: l’uomo è per la donna e lei è per l’uomo, e i genitori per i figli. La differenza sessuale è indicativa della complementarietà reciproca e orientata alla comunicazione: per sentire, esprimere e vivere l’amore umano, aprendosi ad una maggiore pienezza».
L’amore umano – “Una sola carne” (Gen. 2, 24) – ha una originalità e tratti che lo distinguono da altre forme di amore. Il matrimonio tra un uomo e una donna costruisce una comunità di vita e di amore; è irriducibilmente pienamente umano, totale, fedele ed esclusivo, fecondo e aperto alla vita; sostanzialmente dono; e dunque “per sempre”.
E’ in questo contesto che i Vescovi spagnoli affrontano il tema della ideologia del gender. Viene affrontato con linguaggio preciso il cuore del problema dell’ideologia del gender, non tralasciandone la genesi storica e le implicazioni sociologiche. L’influenza del pensiero femminista, soprattutto di matrice marxista, la visione della sessualità come imposizione culturale e il rifiuto del carattere naturale e la progressiva de-costruzione della famiglia e del matrimonio, anche a causa delle teorie freudiane, sono riconosciute nelle loro radici filosofiche e culturali.
Così che queste idee hanno potuto lentamente imporsi nel pensiero inavvertito, nell’humus culturale delle nostre società e “scoppiare” clamorosamente nelle concatenazioni: contraccezione e aborto (il sesso senza la procreazione), sessualità senza matrimonio (senza il legame della fedeltà e del dono totale), il figlio senza sesso e senza matrimonio (fecondazione artificiale, omologa o eterologa, massima espressione del prevalere della tecnè sul senso del fare).
«Da ultimo, come anticipato dalla cultura unisex e dal femminismo radicale, la separazione della sessualità dalla persona: non più maschio e femmina, il sesso sarebbe un dato anatomico senza rilevanza antropologica. In questo modo il corpo non parlerebbe più della persona, della complementarietà sessuale che esprime la vocazione alla donazione reciproca, la vocazione all’amore. Così, ciascuno potrebbe definirsi sessualmente secondo il proprio desiderio».
La descrizione dell’ideologia del genere e della sua diffusione consentono ai Vescovi spagnoli, in quanto Pastori, di esprimere una seria critica alla educazione, e in particolare a quella della e alla sessualità; tollerata e spesso incentivata dalle autorità cui è affidata la responsabilità del bene comune, è la convinzione di base che la salute riproduttiva è la libertà di aborto e la sessualità umana un dato culturale e non una dimensione costitutiva della persona.
Nell’analisi i Vescovi si spingono anche ad analizzare ciò che c’è al di là della “ideologia di genere”. La teoria del gender è addirittura oltrepassata dal “queer”, una totale destrutturazione della corporeità umana, un nuovo “umano”, rappresentato dalla frattura dei dualismi marito-moglie, maschile-femminile, una umanità senza riproduzione sessuale, senza paternità, senza maternità, fondata sulla scienza della biomedicina, della biotecnologia e dell’ingegneria genetica, fino alla negazione della natura e al trans-umanesimo.
Prospettive, in definitiva, dis-umane, in cui cadrebbe anche la differenza uomo-animale, totalmente materialista, incapace di riconoscere alcun riferimento a Dio.
Le cattive idee – osservano i Vescovi – hanno sempre bisogno di appoggio nella mentalità diffusa e nella legislazione: «La mancanza di un sostegno sufficiente per il matrimonio e la famiglia, che vediamo nella nostra società, è dovuta in gran parte alla presenza di queste ideologie nella politica familiare.
Appare in diverse iniziative legislative che sono state fatte negli ultimi anni. Fatta eccezione per qualche sostegno finanziario a breve termine, non solo sono stati ignorati il matrimonio e la famiglia, ma sono stati “penalizzati” cessando di considerarli pilastri di una costruzione sociale».
«Il primo e indispensabile passo per uscire dalle conseguenze dell’ideologia di genere, così contraria alla dignità delle persone, è la testimonianza di un vero amore umano, vissuto in una sessualità integrata. Un compito che, seppure proprio e personale di ogni membro della società, lo è in modo unico e particolare per i matrimoni e le famiglie. Perché sono, soprattutto, quelli che, con la testimonianza della loro vita, li rendono credibili a coloro che contemplano la bellezza dell’amore e vivono insieme. Non si dimentichi mai che in ogni cuore umano si annida sempre il desiderio per il bene e la verità».
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