La gratitudine è stato il primo sentimento espresso da papa Francesco, durante l’udienza concessa ai membri del Collegio Cardinalizio, ricevuti stamattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano.
A due giorni dalla sua elezione a Sommo Pontefice, Francesco ha descritto il periodo del Conclave come “carico di significato non solo per il Collegio Cardinalizio, ma anche per tutti i fedeli”.
In questi giorni, ha commentato il Santo Padre, si percepisce “l’affetto e la solidarietà della Chiesa universale, come anche l’attenzione di tante persone che, pur non condividendo la nostra fede, guardano con rispetto e ammirazione alla Chiesa e alla Santa Sede”.
Sono anche giorni di preghiera “fervida e corale” di tutto il popolo cristiano, ha continuato il Papa, che ha vissuto “carico di emozione”, il suo primo impatto con la folla assiepata ad attenderlo a piazza San Pietro.
Ringraziando i porporati presenti, il Pontefice ha menzionato in modo esplicito il decano del Collegio Cardinalizio, Angelo Sodano, il Camerlengo di Santa Romana Chiesa, Tarcisio Bertone, e il cardinale Giovanni Battista Re, “che ha fatto da nostro capo nel Conclave”.
Un ringraziamento speciale è andato ai cardinali che “a causa dell’età o della malattia, hanno assicurato la loro partecipazione e il loro amore alla Chiesa attraverso l’offerta della sofferenza e della preghiera”.
Il Santo Padre ha ricordato anche il cardinale Mejia che l’altro ieri è stato colpito da infarto cardiaco ed è ricoverato presso la clinica Pio XI. “Ma si crede – ha aggiunto il Papa – che la sua salute sia stabile, e ci ha mandato i suoi saluti”.
Rivolgendo un pensiero “colmo di grande affetto e di profonda gratitudine”, al pontefice emerito Benedetto XVI, Papa Francesco ha sottolineato quanto il suo predecessore abbia “arricchito e rinvigorito la Chiesa con il Suo magistero, la Sua bontà, la Sua guida, la Sua fede, la Sua umiltà e la Sua mitezza”.
Papa Ratzinger, ha proseguito il suo successore, ha vissuto il suo pontificato “con totale dedizione”, mantenendo “lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell’Eucaristia” e la sua preghiera “sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario”.
Parlando di queste ultime giornate di comunione e di amicizia vissute dai cardinali, Papa Francesco ha detto: “questa conoscenza e questa mutua apertura ci hanno facilitato la docilità all’azione dello Spirito Santo”, il quale è “il supremo protagonista di ogni iniziativa e manifestazione di fede”.
Sullo Spirito Santo, il Santo Padre ha fatto la seguente osservazione: “Il Paraclito fa tutte le differenze nelle Chiese, e sembra che sia un apostolo di Babele. Ma dall’altra parte, è Colui che fa l’unità di queste differenze, non nella ‘ugualità’, ma nell’armonia”.
Il Paraclito è dunque colui che “dà a ciascuno di noi carismi diversi, ci unisce in questa comunità di Chiesa, che adora il Padre, il Figlio e Lui, lo Spirito Santo”.
Papa Francesco ha poi accennato all’Anno della Fede, un’occasione per tutti, “Pastori e fedeli”, per “rispondere fedelmente alla missione di sempre: portare Gesù Cristo all’uomo e condurre l’uomo all’incontro con Gesù Cristo Via, Verità e Vita, realmente presente nella Chiesa e contemporaneo in ogni uomo”.
L’incontro con Cristo è anche un aiuto a “diventare uomini nuovi nel mistero della Grazia, suscitando nell’animo quella gioia cristiana che costituisce il centuplo donato da Cristo a chi lo accoglie nella propria esistenza”, ha aggiunto il Papa.
Il Santo Padre ha poi esortato a non cedere “al pessimismo e allo scoraggiamento”: essi sono una sorta di “amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno”, tuttavia noi “abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra” (cfr At 1,8).
La verità cristiana, ha spiegato il Papa, è “attraente e persuasiva”, in quanto risponde al “bisogno profondo dell’esistenza umana”, e annuncia “in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”. Un annuncio, quello cristiano, che “resta valido oggi come lo fu all’inizio del cristianesimo, quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo”.
Facendo riferimento all’età media piuttosto avanzata del Collegio Cardinalizio, il Santo Padre ha descritto la vecchiaia come “la sede della sapienza della vita”. La Bibbia, notoriamente, è piena di personaggi anziani dotati della “sapienza di avere camminato nella vita, come il vecchio Simeone, la vecchia Anna al Tempio” che, in virtù della propria saggezza, hanno saputo riconoscere Gesù.
Papa Francesco ha anche citato il poeta tedesco che definiva la vecchiaia il “tempo della tranquillità e della preghiera”, il tempo di una saggezza che va trasmessa ai giovani.
“Tornerete ora nelle rispettive sedi per continuare il vostro ministero, arricchiti dall’esperienza di questi giorni, così carichi di fede e di comunione ecclesiale”, ha proseguito il Pontefice, rivolto ai cardinali.
L’esperienza del Conclave, “unica e incomparabile” è stata un’occasione per “cogliere in profondità tutta la bellezza della realtà ecclesiale, che è un riverbero del fulgore di Cristo Risorto: un giorno guarderemo quel volto bellissimo del Cristo Risorto!”, ha concluso Papa Francesco, prima di impartire la benedizione apostolica ai presenti.