Leo Scheffczyk: un compagno di strada di Joseph Ratzinger

Il saluto di monsignor Dal Covolo alla presentazione della collana dedicata al dogmatista bavarese

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Riportiamo di seguito il saluto di monsignor Enrico Dal Covolo, magnifico rettore della Pontificia Università Lateranense, in occasione della presentazione della collana Dogmatica Cattolica di Leo Scheffczyk – Anton Ziegenaus, edita in lingua italiana dalla Lateran University Press, Città del Vaticano, a partire dal 2010. L’evento si è tenuto oggi pomeriggio presso l’Aula Pio XI della Pontificia Università Lateranense.

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Eminenza e Eccellenze Reverendissime,

Autorità accademiche e religiose,

Colleghi e Studenti,

Illustri Ospiti,

l’evento odierno si svolge mentre gli occhi della Chiesa e del mondo intero sono puntati sul Conclave, alla vigilia della Missa pro Eligendo Pontifice.

È questa l’occasione opportuna per ricordare ancora una volta, con gratitudine e commozione, la persona amata del Papa emerito Benedetto XVI, e il suo pontificato, straordinariamente ricco di dottrina e di magistero.

Il Papa bavarese è stato compagno di seminario di Leo Scheffczyk che, insieme al suo allievo Anton Ziegenaus, ha elaborato l’ampia Dogmatica di cui ci occuperemo questa sera.

Quindici anni fa l’allora cardinale Ratzinger introdusse la traduzione italiana di un libro di Scheffczyk, specialmente attuale in questo “Anno della Fede”; un volume  così intitolato: La Chiesa. Aspetti della crisi postconciliare e corretta interpretazione del Vaticano II, Jaca Book, Milano 1998.

In tale occasione, Ratzinger annotava come il volume rappresentasse “una felice opportunità per gli studenti di teologia, per gli operatori nel campo della catechesi, della pastorale e dell’insegnamento della fede, nonché per gli stessi teologi, per ripensare in modo rigoroso la dottrina teologica sulla Chiesa, con lo sguardo realistico alla condizione storica attuale, e senza indulgere a infingimenti ingenui, né alla rassegnazione o al pessimismo”. E concludeva: “Mi rallegro che con questo libro la voce di Leo Scheffczyk, mio amico e collega per molti anni, venga conosciuta anche in Italia. Scheffczyk ha molto da dire a noi a motivo della sua conoscenza straordinaria delle fonti, del suo sguardo acuto per i problemi e i compiti del presente, come anche della sua profonda fedeltà, radicata nella fede, al Magistero” (p. 11).

Papa Giovanni Paolo II, nel 2001, creò Leo Scheffczyk cardinale per i suoi meriti in teologia e per la sua fedeltà al magistero pontificio. Come è noto, il cardinale Scheffczyk è morto l’8 dicembre 2005.

Facendone memoria, il Papa Ratzinger lo definì in maniera simpatica un “rompighiaccio” nelle discussioni teologiche, perché sapeva fare il “punto” anche sulle questioni più difficili. E confessava che quando lui, Ratzinger, era Arcivescovo di Monaco e Frisinga, Scheffczyk era una sicura garanzia per l’insegnamento corretto della Dogmatica.[1]

Non mi dilungo oltre sulla vita e sull’opera di Scheffczyk, anche perché Manfred Hauke ne tratta da pari suo alle pp. 11-64 del primo volume della Collana che presentiamo questa sera. Ne approfitto così per ringraziare Manfred Hauke, benemerito curatore della medesima Collana, nonché l’Editore, il dott. Marco Cardinali, e la sua Collaboratrice, dott.ssa Laura Giovagnoli. Grazie a loro, la nostra Editrice universitaria è in fecondo sviluppo, e si sta imponendo sempre di più a livello internazionale. Lo dimostra anche il sito rinnovato, che oggi inauguriamo.

Da ultimo, faccio mia la conclusione di Manfred Hauke, nel contributo appena citato.

“Leo Scheffczyc” scrive il curatore, “non ha proposto delle teorie clamorose. Perciò la sua voce è stata meno diffusa di quella di altri autori che vengono riportati in tutte le storie della teologia del sec. XX. Ma a lungo termine, la solidità del suo lavoro non rimarrà nascosta, e prenderà il posto dovuto nella storia della teologia. Come la nomina cardinalizia ha reso molto più noto alle generazioni seguenti il personaggio di John Henry Newman, così potrà succedere anche con l’opera teologica di Leo Scheffczyk. Glielo auguriamo vivamente. Infatti il teologo slesiano ha contribuito con grande efficacia a realizzare il grande fine espresso nel suo motto cardinalizio: Evangelizare investigabiles divitias Christi (Ef 3,8)”.[2]

                                                                                      + Enrico dal Covolo


[1] Cfr. Benedetto XVI, Un ricordo di Leo Scheffczyk, in L. Scheffczyk, Il mondo della fede cattolica. Verità e forma. Con un’intervista a Benedetto XVI, Vita e Pensiero, Milano 2007, IX-XIV.

[2] M. Hauke, Introduzione all’opera teologica del Cardinale Leo Scheffczyk, in L. Scheffczyk, Fondamenti del dogma. Introduzione alla dogmatica (= Dogmatica cattolica, 1), Lateran University Press, Città del Vaticano 2010, p. 64.

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ZENIT Staff

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