Grande lo spiegamento mediatico: passando ad esempio davanti a Santa Maria della Vittoria si notava un pattuglione di giornalisti venuti per l’arcivescovo di Boston, il cardinale cappuccino Sean O’ Malley, mentre a via Aurora il popolare e amato patriarca maronita Béchara Raï è stato seguito dalle telecamere di Al Jazeera, a conferma dell’interesse del mondo arabo-musulmano per gli avvenimenti romani.
Intanto proseguono le riflessioni tra porporati sulla scelta nella Sistina: mai come stavolta le previsioni razionali appaiono molto difficili, se non impossibili. Per alcuni potrebbe essere facile radunare attorno a sé trenta/quaranta voti, ma estremamente arduo raggiungere quota 77, ovvero l’elezione a successore di Pietro. Potrebbe anche darsi che, in presenza di una situazione di stallo, emerga un outsider: nel 1978 l’ultimo precedente e alla Chiesa universale fu allora donato un certo Karol Wojtyla.
L’Osservatore Romano (come si è già notato nell’articolo di venerdì) ha pubblicato quattro pagine esteticamente pregevoli: nella prima si è riprodotto il Giudizio universale di Michelangelo, nelle altre tre la foto-lista dei cardinali elettori. Nella galleria dei ritratti si può indagare il volto di ognuno, soprattutto gli occhi. Si sa che gli occhi sono lo specchio dell’anima: “leggerli” può essere più utile di mille articoli di stampa. Normalmente chi è “bello dentro” ha occhi luminosi, limpidi e amichevoli; c’è anche chi ride apertamente e sembra prefigurare baldanzosamente ‘nuove frontiere’; chi è più tormentato o contorto lascia invece trasparire la difficoltà del vivere; chi resta serio e rivela una concezione sobria e austera del suo servizio; in chi infine sorride, ma lo fa per convenienza, si riconosce subito lo sforzo plastico fatto. Consigliamo a tutti di scrutare i volti dei cardinali elettori così da individuare chi tra loro ha occhi “luminosi, limpidi, amichevoli”.
Sul cammino del Conclave la diocesi di Roma ha offerto ieri un appuntamento che si è rivelato eccezionale, promosso dall’Ordine del Santo Sepolcro sezione di Roma. Nella basilica di San Giovanni in Laterano il Coro diocesano e l’orchestra Fideles et amati, sotto la direzione del maestro Marco Frisina, si sono esibiti in un “concerto-meditazione” per la pace in Terrasanta. Le circostanze hanno voluto che il programma avesse come pezzo principale l’oratorio sacro “Pescatore di uomini”, ispirato a san Pietro apostolo: in un tempo di ‘sede vacante’ era naturale che il tutto si trasformasse anche in preghiera corale perché dal Conclave esca un nuovo Successore dotato di quelle virtù indispensabili per affrontare con entusiasmo, coerenza e incisività le grandi sfide poste all’uomo dal mondo d’oggi.
Sei i ‘quadri’ pennellati musicalmente, intesi a rievocare momenti particolari della vita di Pietro (interpretato in modo coinvolgente da Gianni Proietti, solista e primo tenore del coro): Sul mare di Galilea, Beati (di grande intensità il contributo del coro nei ritornelli sulle Beatitudini), Sulle acque (idem per l’orchestra a prefigurare il mare agitato), Tu sei il Cristo, Non lo conosco e infine il Mi ami tu? a confermare il raggiungimento della piena coscienza sul servizio richiesto… Ti seguirò, ti seguirò, o Signore… nella via del dolore…nella via della gioia, un’interpretazione da grande coinvolgimento emotivo. Brividi li ha fatti venire anche il Credimus (tratto dal ‘Credo’ di Paolo VI), interpretato nelle ultime due strofe, quelle riguardanti la Chiesa: possente nelle voci, solenne e insieme drammatico nei suoni… un vogliamo, dobbiamo, non un possiamo difendere e promuovere la Chiesa Christi corpus mysticum, populus Dei in terris peregrinans, una cum Petro.
Applausi sentiti e prolungati, poi ha concluso il cardinale vicario Agostino Vallini evidenziando brevemente l’urgenza che in Terrasanta cessi la guerra (la ‘madre di tutte le guerre’) e la grande responsabilità che pesa sulle spalle dei cardinali elettori che si apprestano a scegliere il nuovo Successore di Pietro. Una serata veramente opportuna, di grande arte e di grandi contenuti.