Uno degli ultimi cardinali ad arrivare a Roma per il conclave che eleggerà il nuovo Sommo Pontefice è stato l’arcivescovo di Ho Chi Minh City (ex Saigon), in Vietnam, Jean-Baptiste Pham Minh Mẫn.
In occasione del nuovo anno lunare, nel febbraio scorso, il porporato ha scritto e diffuso una insolita lettera aperta. I destinatari del testo non erano infatti i fedeli della sua diocesi, ma “tutti gli uomini di buona volontà, i responsabili dell’istruzione, i legislatori, i dirigenti del Paese”.
Anche il tema della lettera era insolito: trattava un argomento e termine molto usato – a modo suo – dal regime di Hanoi, cioè “la politica di rinnovamento”.
Questa linea politica – chiamata doî moi in vietnamita – fu lanciata dalla classe dirigente già nel 1986 in occasione del VI Congresso del Partito comunista vietnamita, ma secondo il porporato il vero “rinnovamento” non è stato ancora realizzato. L’obiettivo della lettera del porporato era richiamare l’attenzione sul fatto che per poter trasformare la società in tutti i suoi aspetti, un movimento di riforma deve avere ampiezza e profondità.
Agli obiettivi non centrati da Hanoi, il porporato oppone un processo di rinnovamento “integrale”, che deve coinvolgere tutti i settori della vita umana: “profano e sacro, la società e la cultura, economia e politica”.
Mentre ripercorre tutti questi aspetti, il cardinale Pham Minh Mẫn si sofferma anche sull’aspetto legislativo, che non deve fomentare la passività dei cittadini ma essere al servizio dell’uomo, proteggere i diritti umani e la vita comune. Nel documento, il porporato ha fatto anche delle proposte per la gestione dello Stato, il quale dev’essere retto dal diritto, un diritto temperato da una profonda umanità.
Nato a Cà Mau, Jean-Baptiste Pham Minh Mẫn ha studiato a Cần Thơ e a Saigon. Ordinato sacerdote il 25 maggio 1965, ha iniziato il suo impegno pastorale nella diocesi di Cần Thơ.
Ha studiato anche negli Stati Uniti e, dopo il suo ritorno in patria, ha insegnato per alcuni anni. È stato nominato da papa Giovanni Paolo II vescovo coadiutore di Mỹ Tho nel 1993, per poi diventare arcivescovo di Ho Chi Minh City nel 1998.
Sempre nel 1998, in occasione del secondo centenario dell’apparizione della Madonna, Pham Minh Mẫn ha celebrato una Messa presso il Santuario di La Vang (distrutto durante la guerra del Vietnam nel 1972), la quale è stata il maggiore evento cattolico di quell’epoca.
Il presule vietnamita ha ricevuto la porpora cardinalizia dalle mani di papa Giovanni Paolo II durante il concistoro del 21 ottobre 2003 da Giovanni Paolo II, ed è stato uno dei cardinali elettori del conclave del 2005, da cui è uscito Benedetto XVI.
Il 23 gennaio scorso, lo stesso Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il segretario generale del Comitato Centrale del Partito Comunista del Vietnam.
“È la prima volta – si leggeva in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – che un Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam incontra il Sommo Pontefice ed alti responsabili della Segreteria di Stato”.
“Nei cordiali colloqui – continuava il breve comunicato – sono stati trattati temi di interesse per il Vietnam e la Santa Sede, esprimendo l’auspicio che presto possano essere risolte alcune situazioni pendenti e che possa rafforzarsi la proficua collaborazione esistente”.
In particolare dal 1999, dopo un incontro tra funzionari vaticani e vietnamiti, si sta valutando la possibilità di riannodare i rapporti diplomatici tra Santa Sede e Hanoi.