Tra le motivazioni che possono indurre una mamma a non gioire per il dono della vita nel suo grembo c’è quello di temere per la salute del proprio piccolo. Successe a me e mio marito ben dieci anni fa… attendevamo il nostro terzo bambino. Al quinto mese, la diagnosi: “feto terminale”. Una parola per noi sconosciuta… e la prospettiva innaturale di un feto destinato al feretro. Un amore sovrumano ci permise di non cedere alle lusinghe di medici faciloni, per i quali questo bambino era divenuto inutile, un dispendio di tempo (loro), di energie (mie), di risorse economiche (Regionali).
Ci trovammo abbandonati, stretti l’uno all’altra in lacrime fuori da un ospedale, come due colonne alle quali improvvisamente mancavano le fondamenta. Ci volle un po’ per trovare un Medico il quale camice bianco rivelava un candore personale, riconducibile ad una vita di preghiera e di intimità con Dio, la stessa che avevamo noi e che stava dando il senso ad una storia di vita, che altri non gli riconoscevano. E così la speranza, l’accoglienza, le cure, e poi il miracolo inspiegabile di una “risoluzione spontanea”, come recita la cartella clinica, con la freddezza di chi non riconosce che Scienza e Fede possono coesistere.
Nostro figlio ci ha insegnato la pazienza. Sette mesi consecutivi in ospedale: interventi, infezioni, trasfusioni… e una lunga terribile notte in cui per ben otto ore i suoi reni sono rimasti bloccati e la sua vita si stava spegnendo. Deve essere stato in quel momento che formulai la mia promessa a Dio. Contrattai, così come ero abituata a farlo coi miei genitori: gli chiesi di restituirmi mio figlio. In cambio gli avrei dato tutta la mia vita. Lui è stato di parola, ed io da otto anni in qua, sto facendo del mio meglio! Da Giona è nata La Quercia Millenaria, una associazione senza scopo di lucro, che unendo scienza e testimonianza dona ai genitori affranti da diagnosi terribili, il sollievo di sentirsi compresi quando non scelgono di uccidere il proprio bambino con l’aborto. Non solo: la possibilità di veder curare il proprio piccolo anche in utero, per migliorare la sua qualità di vita e a volte risolvere totalmente la una patologia, regalando una vita normale.
La nostra collaborazione con il prof. Noia, e soprattutto con il Policlinico Gemelli di Roma, iniziata nel 2006 e formalizzata lo scorso Maggio, prevede la nostra presenza continuativa in favore delle mamme e dei papà presso il Day Hospital di Ostetricia con un mirato servizio di Caring Perinatale, a partire dalla telefonata o e-mail che arrivano alla nostra attenzione. La possibilità di un appuntamento immediato, di essere presenti alla consulenza, alle ecografie, alle indagini invasive, tenendo la mano alla mamma spaventata, o rassicurando il papà in ansia nella sala d’attesa; nella sala parto, e molto spesso nei momenti tristi del lutto familiare, quando il piccolo è realmente terminale e muore dopo pochi minuti o ore dalla nascita.
A che scopo un tale impiego di risorse? La risposta è nella evidenza dei fatti: l’85% delle famiglie che anziché ricorrere all’aborto scelgono di accompagnare il proprio bambino verso un exitus naturale, elaborano molto più in fretta la perdita e si riaprono alla genitorialità in tempi brevi, 12-18 mesi dopo la morte del loro piccolo. Nessun episodio depressivo, nessuna conseguenza negativa sulla salute mentale di tutta la famiglia, altri figli presenti compresi, nessun divorzio. E’ quindi una forma educazionale di accoglienza alla vita, non certo un fondamentalismo religioso! E così questa è la storia di un piccolo seme, un bambino considerato “inutile” da medici senza cuore, che dopo nove anni dalla sua nascita, ha visto nascere un esercito di bambini che sono stati amati, accolti, e tornati in cielo, e un altro esercito di bambini in terra, le quali mamme erano già pronte per una interruzione eugenetica e che invece oggi, felicemente, stringono il proprio bambino sano tra le braccia.
Sabrina Pietrangeli è presidente de La Quercia Millenaria Onlus – www.laquerciamillenaria.org
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La Quercia Millenaria è iscritta alla DRE Lazio con prot. 77064 del 11-10-2006