Al via la seconda parte della ricerca dei resti mortali della Monna Lisa

Dopo gli scavi nel convento fiorentino di Sant’Orsola, i resti ossei sono ora a Ravenna presso i laboratori dell’Università di Bologna. Sul web la condivisione di tutti i risultati

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Ieri, martedì 5 marzo, a Palazzo Medici Riccardi, in occasione della conferenza stampa per la conclusione degli scavi archeologici presso l’ex monastero di Sant’Orsola, Silvano Vinceti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali, ha presentato la sintesi della ricerca autonoma dedicata al ritrovamento della sepoltura e dei resti mortali di Monna Lisa Gherardini, moglie di Francesco di Bartolomeo del Giocondo.

Vinceti ha esposto una serie di documenti di carattere storico che confermano che la prima modella della Gioconda di Leonardo è stata la Lisa Gherardini. Nell’occasione ha reso noto quanto riportato nel testamento del 1527 di Giangiacomo Caprotti, detto Salai, allievo prediletto di Leonardo, che il nome Joconda venne per la prima volta utilizzato per la descrizione di un quadro in possesso del Salai, anziché nel 1610 come sostengono molti storici dell’arte nell’inventario dei dipinti di proprietà del Re di Francia a Fontainebleau.

Il presidente ipotizza che Leonardo prima della sua partenza da Roma per Amboise, nel 1516, potrebbe aver dato in eredità alcuni dipinti – tra cui la Gioconda – al Salai, che non  lo seguì nel suo trasferimento in Francia. Occorre infatti ricordare che Lisa Gherardini era chiamata Monna Lisa del Giocondo. “Il Salai poteva mai chiamare un quadro con il nome Joconda, se questo non poteva essere già stato utilizzato da Leonardo in via verbale e non scritta?”, si domanda Vinceti.

I resti ossei sono partiti oggi, 6 marzo, alla volta di Ravenna, presso i laboratori dell’Università di Bologna, dove saranno sottoposti ad esami accurati, come – ad esempio – il Carbonio 14 ed il DNA.

Tutti i risultati della ricerca saranno raccolti e condivisi sul web grazie alla piattaforma “Looking for Monalisa” progettata da Capitale Creativo, società di pr e comunicazione, e realizzata da RMO: due giovani realtà fiorentine, orgogliose di promuovere e trasmettere a livello internazionale i segreti contenuti nel capolavoro di Leonardo da Vinci, attraverso un nuovo modo di fare “divulgazione” sulla rete mediante i principali social network.

Oleg Sisi, presidente di Capitale Creativo, ha precisato che “Looking for Monalisa non è solamente un portale tematico dedicato alla ricerca di Lisa Gherardini, ma un motto nel quale ritroviamo lo spirito stesso del Comitato e della sua vocazione a risolvere i grandi gialli del passato legati a personaggi della storia, dell’arte e della cultura italiani”.

Con tali presupposti il sito (in inglese e in italiano) costituirà una vetrina di primissimo piano per uno o più partner che vorranno condividere  questa iniziativa di comunicazione, che potrà contribuire alla valorizzazione del patrimonio del territorio fiorentino.

La campagna di scavi archeologici ha trasformato il complesso di Sant’Orsola in un luogo di interesse per i fiorentini, per i turisti e anche per la stampa nazionale e internazionale. Ma gli scavi effettuati nell’ex convento segnano soprattutto la conclusione di una fase importante che la Soprintendenza archeologica della Toscana aveva richiesto alla Provincia di Firenze come lavoro preliminare a qualsiasi altro intervento di ripristino di Sant’Orsola, già oggetto di un progetto definitivo da parte della Provincia stessa e successivamente di una proposta di project financing.

“La campagna di scavi avviata nel 2011 è l’opera che di fatto ha avviato tutto il recupero e la valorizzazione di un’enorme area purtroppo da troppo tempo dismessa – afferma Stefano Giorgetti, assessore all’Edilizia e al Patrimonio della Provincia di Firenze –  Un lavoro propedeutico che nel tempo sarà in grado di riqualificare un intero quartiere e che donerà alla città nuove piazze e grandi spazi ora inagibili”.

“Le ricerche compiute a Sant’Orsola – spiega Giorgetti – sono state richieste nel 2010  dalla Soprintendenza archeologica. Per quanto riguarda l’opera di scavo l’impegno richiesto alla Provincia è stato di 18mila euro per il 2011 e di 82mila euro per il 2012: risorse che in parte sono state utilizzate per la messa in sicurezza e la fruizione di alcune parti dell’immobile. A queste cifre si sommano gli importi per gli incarichi professionali, ossia gli onorari delle antropologhe e dell’archeologa che hanno seguito le operazioni: 6mila euro nel 2011 e 26mila per il 2012”.

“E’ quasi superfluo ricordare che le indagini di tipo scientifico per la ricerca degli eventuali resti mortali di Lisa Gherardini fanno parte di uno studio condotto in modo autonomo dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali – conclude l’Assessore Giorgetti – Uno studio che rispetta comunque il coordinamento dei lavori della Soprintendenza archeologica che, a suo tempo, concesse il nulla osta”.

La Provincia di Firenze, secondo quanto annunciato dall’assessore Giorgetti, intende realizzare nei prossimi mesi una pubblicazione per raccogliere e illustrare la documentazione relativa alla campagna di scavi di Sant’Orsola, anche in vista dell’intervento di ristrutturazione dell’intero edificio che, in futuro, dovrebbe ospitare anche due musei: uno riguardante proprio alla storia del complesso conventuale, legato anche a Leonardo da Vinci e alla Monna Lisa, e un altro dedicato a Pinocchio.

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ZENIT Staff

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