Le giuste argomentazioni sulla definizione del matrimonio

Come spiegano due recenti pubblicazioni, il dibattito non riguarda l’omosessualità

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Mentre il matrimonio omosessuale continua ad essere un tema di acceso di dibattito, i difensori del matrimonio tradizionale si ritrovano sotto il fuoco delle critiche dei media che li tacciano di pregiudizio o di odio contro gli omosessuali.

Un paio di libri di recente pubblicazione danno un indirizzo alla discussione e degli utili indicatori su come affrontare tali critiche. In Getting the Marriage Conversation Right: A Guide for Effective Dialogue (Emmaus Road), William B. May offre alcuni suggerimenti.

May, presidente dei Cattolici per il Bene Comune, imposta la tematica da una prospettiva laica. Nel suo breve saggio l’autore parla dell’importanza del dibattito politico sul matrimonio che può avere conseguenze importanti per le famiglie e la società.

“Il matrimonio è in crisi perché è diventato nulla più che un’istituzione ‘adulto-centrica’, cessando di essere il fondamento della famiglia nelle menti di un sempre maggior numero di persone”, scrive May.

Proteggere la definizione tradizionale di matrimonio è vitale, aggiunge l’autore, trattandosi dell’unica istituzione che unisce genitori e figli.

Ciononostante, ammette May, siamo sfidati ad esprimere ciò che sappiamo è vero riguardo alla famiglia. La cultura relativistica in cui viviamo, porta la gente a compiere decisioni in base al proprio punto di vista.

Il matrimonio è una realtà umana riconosciuta da stati, culture e religioni ma non è qualcosa che possa essere cambiata, essendo basata su delle verità riguardanti la persona umana e la famiglia.

Tuttavia, quando il matrimonio è visto solo come un mezzo per la soddisfazione e la felicità individuale, allora il legame del matrimonio con la procreazione, i figli e la famiglia, è perduto e, di conseguenza, la ragione di considerare il matrimonio soltanto come un’unione di un uomo e una donna non è più così evidente.

Relazioni

Il matrimonio è soltanto il riconoscimento pubblico di una “relazione impegnata” tra due persone o è qualcosa di più?

Ridefinire il matrimonio per permetterlo alle coppie dello stesso sesso significa che consideriamo gli uomini e le donne come intercambiabili e che stiamo ignorando il diritto di un bambino di avere un padre e una madre. Il matrimonio diventa perciò uno “stile di vita alternativo”, invece di essere un impegno ad dar vita a una famiglia.

In seguito May pone una serie di questioni. Un bambino detiene un diritto umano fondamentale a conoscere il proprio padre e la propria madre ed essere da loro accudito? È meglio avere una pubblica istituzione che unisca i figli ai loro genitori? Abbiamo tutti il diritto di dare alla luce un bambino con l’intenzione di privarlo della possibilità di conoscere sua madre e suo padre ed essere da loro accudito?

May sconsiglia di farsi coinvolgere in dibattiti sull’omosessualità e ritiene non appropriato usare la dottrina religiosa per argomentare sulle politiche matrimoniali o usare etichette ideologiche. Suggerisce, invece di enfatizzare le conseguenze della ridefinizione del matrimonio e ciò che questo potrà portare.

La seconda recente pubblicazione sull’argomento è What is Marriage: Man and Woman: A Defense, di S. Girgis, Ryan T. Anderson e Robert P. George (Encounter Books).

Il libro è una versione approfondita di un articolo originariamente pubblicato sull’Harvard Journal of Law and Public Policy.

Il dibattito sul matrimonio, si legge nell’introduzione, non riguarda l’omosessualità ma il matrimonio stesso. Gli ultimi decenni hanno visto imporsi una visione del matrimonio, basata soprattutto su un legame amoroso emotivo e un cammino verso l’autorealizzazione personale.

Autorealizzazione

Assumendo questo concetto, non c’è differenza tra unioni omosessuali ed eterosessuali, poiché entrambe includono un’intensa unione emotiva, quindi entrambe possono dare luogo al matrimonio.

Per contrasto gli autori affermano che le caratteristiche fondamentali del matrimonio non dipendono dalle preferenze individuali o dalle tendenze culturali. Piuttosto, il matrimonio è “una realtà personale e sociale, cercata ed apprezzata da individui, coppie ed intere società”. Esso è anche un bene umano con una struttura oggettiva.

Ridefinire il matrimonio comprometterebbe il bene comune e non sarebbe nell’interesse dei figli, sottolineano gli autori.

Una tale ridefinizione trasmetterebbe anche alla gente delle idee sbagliate e indebolirebbe le pressioni sociali per la permanenza del matrimonio e per gli uomini e le donne a sposarsi prima di avere figli.

Invece, gli autori argomentano per una definizione di matrimonio interamente compatibile con la vita degli sposi, e come cooperazione nella crescita dei figli. Non si tratta soltanto di una condivisione della vita domestica ma di una connessione fondamentale tra matrimonio e procreazione.

“In breve, il matrimonio è finalizzato alla vita familiare, poiché l’atto sessuale tra gli sposi genera anche nuova vita; un unico atto dà il sigillo nel contempo al matrimonio e alla procreazione”, spiegano gli autori.

Il libro sviluppa poi altri argomenti ma ciò che emerge davvero da entrambe le pubblicazioni è che il dibattito non è sull’omosessualità ma, piuttosto, una considerazione su cosa siano il matrimonio e la famiglia e quale sia il loro ruolo nella società.

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Fr. John Flynn

Australia Bachelor of Arts from the University of New South Wales. Licence in Philosophy from the Pontifical Gregorian University. Bachelor of Arts in Theology from the Queen of the Apostles.

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