La Sacra Sindone torna ad essere protagonista nell’Anno della Fede e in questo particolare momento di Sede vacante.Dopo la due giorni nell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma dal titolo “Sindone e Nuova Evangelizzazione”, una speciale ostensione del Sacro Telo – che Benedetto XVI definì in modo insuperabile “icona del Sabato Santo” – verrà trasmessa in televisione proprio il prossimo 30 marzo, sabato santo, grazie alla collaborazione tra Rai Uno e Aricidiocesi di Torino.
Ad annunciarlo, nell’ambito del Convegno del Regina Apostolorum, è stato mons. Domenico Pompili, sottosegretario della Conferenza Episcopale italiana, e responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali CEI.
L’evento, alquanto singolare, richiama alla mente il suo “illustre predecente”, ovvero l’ostensione del 1973 trasmessa in diretta dal Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale. La “diretta”, però, questa volta, sarà ambientata nel Duomo di Torino, durante un momento di preghiera presieduto dall’arcivescovo Cesare Nosiglia insieme a circa 300 fedeli, e sarà valorizzata dai moderni linguaggi e strumenti tecnologici.
La trasmissione, che raccoglierà sicuramente milioni di telespettatori, andrà in onda sul programma “A Sua Immagine”. “Pur tenendo conto dell’impostazione televisiva dell’evento – ha spiegato mons. Pompili – tutto il programma sarà volto a costruire una partecipazione intensa del pubblico”, sia quello da casa, che quello presente in Duomo, “aiutandolo ad entrare nel profondo e nell’attualità di questo mistero millenario”.
Durante l’ostensione, il Sacro Telo non abbandonerà mai il lettino su cui è steso, ma verrà soltanto tolto dalla teca e sollevato per renderlo meglio visibile. La Sindone resterà quindi nella tradizionale Cappella trasformata in una sorta di grande teca dove saranno garantiti tutti i parametri ottimali necessari alla sua conservazione.
Più nello specifico, come illustrato dal sottosegretario CEI, il programma di Rai Uno durerà un’ora e mezza e sarà suddiviso in tre parti. La prima avrà il suo culmine in un minuto di silenzio assoluto di adorazione di fronte al telo sindonico. Nella seconda si alterneranno, invece, letture di brani delle Sacre Scritture e brevi intermezzi strumentali. Essa si concluderà, dopo l’omelia dell’Arcivescovo Nosiglia, con alcune testimonianze forti di gente comune, che – ha detto Pompili – vogliono “sottolineare quanto la Passione del Cristo abbia continui riverberi nelle sofferenze e nei travagli delle esistenze umane”.
La terza parte sarà dedicata, infine, alla processione davanti al sacro lino delle persone scelte a rappresentare ogni categoria della comunità cristiana. Quindi, uomini e donne, anziani, bambini, giovani coppie, professionisti, volontari, ma anche ammalati e immigrati si riuniranno tutti in una lunga sfilata impreziosita da una particolare “colonna sonora”, ovvero “alcune letture scelte accompagnate da sottofondi strumentali ad hoc, ed alcune interpretazioni di brani musicali in sintonia con l’intimità, la solennità, e la sacralità del momento”.
La scelta di brani letti e cantati, così come la presenza di alcuni grandi artisti nell’evento – ha precisato mons. Pompili – non vuole “distrarre l’attenzione del pubblico e dei media dall’unica vera protagonista dell’evento che è la Sindone”. Anzi, saranno questi strumenti di “rafforzamento emozionale” e di “supporto meditativo” per quanto avverrà in Duomo.
Per lo stesso criterio, infatti, “si è pensato di far accompagnare l’evento da alcuni brevi interventi di una voce-guida: con un’impostazione non ‘da telecronaca’, ma atta ad esplicare i passaggi salienti del programma”.
Dal punto di vista prettamente autorale, ha infine aggiunto Pompili, il programma RAI “cercherà di sottolineare il valore e la portata universale di ciò che la Sindone e la Passione hanno rappresentato e continuano a rappresentare nella storia umana: un tesoro incommensurabile per i fedeli, ma anche un prezioso spunto di riflessione per tanti non credenti sul senso del dolore innocente.”
La trasmissione sarà, dunque, un’occasione particolarmente preziosa in un momento così travagliato della Storia italiana e mondiale e soprattutto nei giorni storici di preparazione al Conclave. La Sindone, infatti, “rappresenta un ‘caso serio’ della comunicazione della fede” ha affermato mons. Pompili. Essa “è capace di accendere la dimensione critica dell’intelligenza che si interroga intorno alla sua autenticità, ma anche di accendere nel cristiano la dimensione contemplativa dell’intelligenza, grazie alla quale è dato di scorgere nel telo sindonico la traccia indelebile di una Presenza”: l’immagine del Volto e del Corpo di Cristo.