Sono tante le lettere che stanno giungendo in redazione circa il passaggio di Benedetto XVI a Pontefice emerito.
Rino Loi ci ha scritto che “pochissimi hanno notato il momento della rinuncia: Concistoro e canonizzazione dei martiri di Otranto; anche allora tali martiri dettero la vita per servire il Signore”.
Laura osserva: “E’ nota la sensibilità del Santo Padre sui temi dell’ebraismo e il suo amore per il popolo di Israele. Sensibilità registrata da molti esponenti ebrei in questi giorni. Spero che anche il nuovo pontefice si faccia carico di questa eredità lasciata dai suoi ultimi due predecessori (e anche da Giovanni XXIII), e che continui nel ricercare un più stretto rapporto con il popolo primigenio di Dio”.
Manuel di Casoli rileva che “il Santo Padre ha, tra le Sue ultime dichiarazioni, attestato la Sua volontà di servire ed ubbidire al prossimo Successore di Pietro. Quest’affermazione ha una grandiosa portata per la Chiesa intera, che viene richiamata alla necessità e sacralità del dovere dei Cattolici di conformarsi al Magistero Petrino e di obbedire lealmente al Papa, senza “se” e senza “ma” e in pieno e totale abbandono all’azione dello Spirito che si svolge anche e soprattutto mediante il Capo della Chiesa, Vicario di Cristo sulla terra”.
Si tratta secondo Manuel di “un altro forte richiamo di Benedetto ad una società nella quale perfino i credenti sono tentati di vivere da soli la propria Fede e la propria vita, e in un tempo nel quale il valore dell’obbedienza è tra i più negletti e, per comodità o per precostituite posizioni ideologiche, quello al quale maggiormente ci sottraiamo. Grazie, Santo Padre, anche per questo!”.