di Antonio Gaspari
ROMA, domenica, 3 giugno 2012 (ZENIT.org).- Lo criticano, tradiscono la sua fiducia, alcuni danno scandalo con i loro comportamenti, qualcuno propone addirittura le sue dimissioni, ebbene, proprio nel momento che sembra peggiore, il Papa Benedetto XVI ha mostra ai popoli del mondo le ragioni, la bellezza, e la forza rigeneratrice del cristianesimo.
Hanno detto di Lui che è troppo anziano per guidare e rinnovare la Chiesa, che è troppo accademico per farsi capire dalle genti, che è troppo dogmatico per dialogare con la modernità, che è troppo debole per contrastare i tradimenti, la corruzione, la perdita di fede.
Ebbene, proprio come sosteneva san Paolo, “Quando sono debole è allora che sono forte”, il Pontefice Benedetto XVI ha mostrato a Milano al VII incontro mondiale delle famiglie, la rinnovata capacità del cristianesimo di convertire i cuori e ridare speranza ai popoli del mondo.
In un mondo dove tutto sembra crollare, la finanza, le ideologie, gli idoli, i partiti politici, gli edifici pubblici e anche quelli religiosi, il Papa ha riunito ottantamila giovani cresimandi ed i loro educatori allo stadio di Milano, e oltre un milione di famiglie provenienti da tutte la parti del mondo, per dire loro che il futuro è di chi avrà fede in Gesù Cristo.
Agli amministratori, il Vescovo di Roma ha spiegato che per vincere la crisi “c’è bisogno non solo di scelte tecnico-politiche coraggiose ma di quella ‘gratuità’ che deve animare le scelte dei cristiani”.
“Contro la crisi – ha sottolineato - la giustizia non basta se non si accompagnata all’amore della libertà” ed è in questo contesto che la politica deve diventare “una elevata forma di amore” per le persone e per il bene comune.
Ai giovani che hanno riempito lo stadio ‘Giuseppe Meazza’ il Pontefice ha indicato la santità come “la va normale del cristiano”, ed ha invitato ad essere “disponibili e generosi verso gli altri perché l’egoismo è nemico della vera gioia”
“Siate aperti a quello che suggerisce il Signore – ha sottolineato - e se vi chiama a seguirlo non ditegli di no! perché “Gesù vi riempirà il cuore per tutta la vita!”.
Alle famiglie, Benedetto XVI ha ribadito che sono “la risorsa primaria di ogni società”,
“Cari sposi,- ha sottolineato il Papa - nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l’uno dell’altro, sperimentando la gioia del ricevere e del dare”.
Il Pontefice ha spiegato che il matrimonio tra un uomo e una donna “è fecondo nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente”.
“E’ fecondo per la società, - – ha rilevato - perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione”.
Nel contesto di bagno di folla e di incontri a Milano, Benedetto XVI ha mostrato la sua serena e fortissima determinazione nel guidare la ‘barca di Pietro’ illuminando e scaldando la mente ed i cuori del mondo intero.
Quando fu eletto, il 19 aprile 2005, il pontefice disse che sarebbe stato “un umile lavoratore della vigna”. Finora ha mantenuto le sue promesse, Egli sta potando la vigna, rendendola più libera e forte da tentativi di condizionamenti e inquinamento.
Papa Ratzinger è anziano e sembra fragile nel corpo, ma la maniera con cui sta pulendo la casa di Pietro, rendendola trasparente e aperta, è qualcosa di straordinariamente eroico.
Nessun Pontefice è riuscito in così poco tempo a tagliare le parti secche, liberare i tralci da impedimenti e far crescere la vigna in mezzo a mille difficoltà.
Per i cattolici e per il monde il Papa assume sempre più la dimensione della “benedizione di Dio”.