L'Incontro Mondiale di Milano vuole offrire un messaggio di speranza

Il cardinale Ennio Antonelli spiega che solo l’uomo fa famiglia

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ROMA, mercoledì, 30 maggio 2012 (ZENIT.org) – Questa mattina il presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia, il cardinale Ennio Antonelli, ha aperto a Milano il Congresso internazionale teologico pastorale “La famiglia: il lavoro e la festa” del VII Incontro Mondiale delle famiglie.

Il cardinale Ennio Antonelli, prima di leggere il testo che si trova di seguito, ha espresso la propria solidarietà per le popolazioni colpite dal terremoto.

In spirito di fraternità e di amicizia, con grande gioia, inauguriamo il VII Incontro Mondiale delle Famiglie sul tema “La famiglia: il lavoro e la festa”. L’incontro è mondiale, perché le persone partecipanti, le delegazioni ufficiali e le famiglie provengono dai cinque continenti, da circa centocinquanta paesi; e perché rappresentano tutte le famiglie del mondo, le tengono nel loro cuore, nella loro riflessione, nella loro preghiera, quelle credenti e quelle non credenti, quelle unite e quelle divise, quelle felici e quelle colpite dalla sofferenza.

L’incontro, anche come evento, è di lavoro e di festa lungo tutta la sua durata. Nei primi tre giorni, durante il Congresso Internazionale teologico-pastorale, al quale diamo inizio questa mattina, prevale certamente il lavoro, anche per i ragazzi, i quali sono occupati in una serie di iniziative a doppia valenza, di gioco e di impegno formativo nello stesso tempo. Si ha comunque motivo vi ritenere che per tutti, anche per gli adulti, la fatica possa diventare piacevole, perché il programma è ampio, vario, dinamico e consente di fare scelte secondo le proprie preferenze. Invece gli ultimi due giorni, con la presenza del Santo Padre Benedetto XVI, sono propriamente giorni di grande festa, pur comportando per molte persone, organizzatori e operatori, anche un lavoro assai impegnativo.

Il Pontificio Consiglio per la Famiglia è profondamente grato all’Arcidiocesi di Milano per aver preso su di sé l’onere gravoso della preparazione, dell’organizzazione e della celebrazione di questo evento, a servizio della Chiesa universale. Saluta con un caloroso benvenuto i Cardinali, i Vescovi, le delegazioni ufficiali dei vari paesi, i sacerdoti, le famiglie, i relatori e tutti i partecipanti, specialmente quelli che vengono da lontano.

Ringrazia le autorità, che con la loro presenza onorano questo evento ecclesiale e più generalmente le istituzioni civili che hanno collaborato e collaborano alla sua riuscita.

Il tema dell’Incontro Mondiale, scelto dal Santo Padre Benedetto XVI, riguarda tre valori umani, che la Sacra Scrittura, subito fin dall’inizio, presenta come tre benedizioni di Dio. Tre benedizioni dunque collegate all’origine dell’uomo; tre doni originari, fondanti, permanenti, essenziali per le persone e per la società.

Tre caratteristiche proprie della vita umana: solo l’uomo fa famiglia, perché egli solo è capace di amare gratuitamente; solo l’uomo lavora, perché egli solo è capace di ragionare, progettare, scegliere; solo l’uomo fa festa, perché egli solo sa compiacersi per la bellezza dell’essere, del vivere, del vivere insieme.

Tre ambiti di comunicazione e di relazioni interumane, che concorrono a definire l’identità delle persone e a costruire la loro felicità. Tre dimensioni tra loro complementari e interdipendenti: la famiglia riceve sostegno dal lavoro e il lavoro riceve capitale umano dalla famiglia; la famiglia ha bisogno della festa per godere e intensificare la sua unità e la festa ha bisogno della famiglia e della comunità, perché non si può far festa da soli; il lavoro riceve motivazioni, energie e gioia dalla festa e la festa suppone il lavoro e in certa misura sempre lo incorpora.

La bellezza della vita ordinaria, il benessere esistenziale e anche quello economico dipendono dall’autenticità e dall’armonizzazione di questi tre ambiti della vita personale e sociale.

L’attuale crisi, che non è solo economica, ma anche culturale, relazionale, religiosa, fa emergere un malessere che era latente da tempo; acuisce il desiderio e la domanda di valori autentici; provoca alla revisione delle dinamiche di mercato e degli stili di vita; invita a riconoscere il primato della persona e della solidarietà, delle buone relazioni e della collaborazione.

Malgrado i pericoli che minacciano oggi la famiglia, il lavoro e la festa, questo Incontro Mondiale di Milano vuole offrire un messaggio di speranza: speranza fondata su molti fenomeni positivi che si riscontrano anche oggi, sulle aspirazioni e sulle energie inesauribili del cuore umano, sulla triplice benedizione di Dio, benedizione delle origini e perciò permanente, benedizione portata a compimento dal Signore Gesù Cristo, Salvatore di tutti gli uomini e di tutto ciò che è autenticamente umano.

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ZENIT Staff

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