CITTA’ DEL VATICANO, sabato, 26 maggio 2012 (ZENIT.org) – Dalla Santa Sede è arrivata la conferma ufficiale: la persona arrestata mercoledì scorso per possesso illecito di documenti riservati del Vaticano, è Paolo Gabriele, assistente di camera di papa Benedetto XVI.
Nell’abitazione di Gabriele erano state trovate copie di lettere trafugate dalla posta strettamente personale e riservata del Santo Padre. Missive diventate poi contenuto di un libro, per la cui pubblicazione, la Santa Sede ha annunciato il ricorso alle vie legali per violazione della dignità e della privacy del Papa e di molti suoi collaboratori.
Il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, ha poi annunciato la conclusione della prima fase di “istruttoria sommaria” a carico di Gabriele, sotto la direzione del Promotore di Giustizia, Nicola Picardi. Si passa, quindi, alla fase di “istruttoria formale”, sotto la direzione del Giudice istruttore, Antonio Bonnet.
“L’imputato – ha dichiarato padre Lombardi in una nota – ha nominato due avvocati di sua fiducia, abilitati ad agire presso il Tribunale vaticano, e ha avuto la possibilità di incontrarli. Essi potranno assisterlo nelle successive fasi del procedimento”. I legali di Gabriele, ha spiegato Lombardi ai giornalisti, sono due professionisti, iscritti all’albo degli avvocati rotali.
Gabriele, inoltre, “gode di tutte le garanzie giuridiche previste dai codici penale e di procedura penale in vigore nello Stato della Città del Vaticano”, ha aggiunto il portavoce della Santa Sede.
Padre Lombardi ha poi ribadito che Gabriele è cittadino vaticano, residente al di qua di Porta Sant’Anna e non nell’omonima via dove sorgono alcuni edifici extraterritoriali, come qualcuno aveva erroneamente affermato. L’inchiesta è quindi “di stretta competenza della magistratura vaticana”, ha precisato.
“La fase istruttoria proseguirà fino a che non sia acquisito un quadro adeguato della situazione oggetto di indagine, dopodiché il Giudice istruttore procederà al proscioglimento o al rinvio a giudizio”, ha aggiunto Lombardi, smentendo di aver mai detto che gli inquirenti avessero già “un quadro definito” della situazione.
In tutto il Vaticano si è manifestato “grande affetto per la famiglia di Paolo Gabriele, che è conosciuta e amata da tutti”, ha aggiunto a voce, il direttore della Sala Stampa Vaticana, augurandosi che i familiari dell’assistente di camera del Papa, possano “superare questo momento”.
“Lo stato d’animo del Papa – ha poi concluso padre Lombardi rivolto ai giornalisti – lo potete facile immaginare. Tutti quelli che, frequentando il Palazzo Apostolico, hanno conosciuto Paolo Gabriele provano oggi dolore e stupore”.