Nella crisi, la famiglia cristiana dà speranza (Prima Parte)

La santa vita dei Servi di Dio, Giovanni e Rosetta Gheddo, raccontata da un testimone speciale: il loro primo figlio Piero

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di padre Piero Gheddo

MILANO, venerdì, 25 maggio 2012 (ZENIT.org) – Fra pochi giorni, il 30 maggio, avrà inizio a Milano l’Incontro mondiale delle Famiglie, che sarà chiuso domenica 3 giugno da Benedetto XVI con la S. Messa delle 10 nel Parco Nord di Bresso.

Ancora una volta la Chiesa chiama a raccolta il Popolo di Dio per portare alla ribalta il tema della famiglia, che “è la cellula fondamentale della società”, ma poi nella cultura mediatica in cui siamo tutti immersi, l’attenzione alla famiglia viene dopo l’economia, la politica, i diritti individuali, il divertimento, lo sport, ecc. Non solo, ma nella cultura dominante c’è la forte spinta per adottare anche in Italia quelle leggi che penalizzano la famiglia: il riconoscimento delle coppie di fatto, dei matrimoni fra persone dello stesso sesso, il “divorzio breve”, ecc.

Viviamo in un inverno demografico che non ha precedenti, che è la radice della crisi dell’Europa e dell’Italia. In estrema sintesi: negli anni sessanta in Italia nascevano un milione di bambini l’anno, oggi meno di mezzo milione. Allora gli italiani crescevano e producevano sviluppo economico, oggi diminuiscono di numero e questo produce recessione.

Ma dagli anni settanta si è creato il mito della “bomba demografica”, con l’imperativo proclamato sui tetti: “Fate meno figli!”. Oggi economisti e demografi spiegano che le politiche malthusiane di riduzione delle nascite hanno provocato un vero disastro economico e civile, da cui si può uscire solo riscoprendo la cultura della vita. Benedetto XVI, nella “Caritas in Veritate”, al termine di una lunga disamina del problema ha scritto: “L’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo” (n. 28) e spiega perché.

La “questione antropologica” sulla quale tanto insistono Benedetto XVI e la CEI, diventa a pieno titolo “questione sociale” (Caritas in Veritate 28, 44, 75). Nella CV i temi di bioetica sono letti in relazione allo sviluppo dei popoli. Il controllo delle nascite, l’aborto, le sterilizzazioni, l’eutanasia, le manipolazioni dell’identità umana e la selezione eugenetica sono severamente condannati non solo per la loro intrinseca immoralità, ma soprattutto per la loro capacità di lacerare e degradare il tessuto sociale, corrodere la famiglia e rendere difficile l’accoglienza dei più deboli e innocenti.

Da sempre la Chiesa dà le sue indicazioni e i suoi aiuti spirituali, ma non si limita a condannare il male, propone anche esempi concreti di come si può vivere con eroismo evangelico nell’amore coniugale e familiare. Giovanni Paolo II diceva spesso alla Congregazione dei Santi di proporgli coppie di sposi per la beatificazione. Infatti il 21 novembre 2001 ha beatificato i primi due coniugi in tutta la storia della  Chiesa: Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi. Poi sono venuti i genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù e oggi altre coppie di sposi sono in cammino verso la beatificazione.

Una di queste è formata da Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo, che noi tre figli (Piero, Franco e Mario) abbiamo sempre venerato e pregato come santi autentici. Che bello, cari amici lettori, crescere in una famiglia in cui mamma e papà sono dei «santi» (fra virgolette, perché il giudizio spetta alla Chiesa).

Ti senti sempre, anche da piccolo, nel calore dell’amore e della benedizione di Dio. Hai davanti degli esempi formidabili e quando diventi anziano ti commuovi e ringrazi il Signore di aver avuto una mamma e un papà come Rosetta e Giovanni: la prima morta di polmonite e di parto nel 1934 a 32 anni (con due gemelli non sopravvissuti), il secondo a 42 anni (1942) durante la guerra in Russia con un atto di eroica carità cristiana che ricorda san Massimiliano Kolbe!

Due esistenze del tutto normali vissute a Tronzano, un piccolo paese della pianura vercellese,  senza miracoli né visioni né misticismi. Due militanti dell’Azione cattolica che hanno creato la loro famiglia, allevato i tre figli (ne volevano 12!), aiutato i poveri e percorso assieme la difficile ma esaltante via all’unione con Dio già su questa terra.

L’Arcivescovo di Vercelli, mons. Enrico Masseroni, che ha iniziato la Causa di beatificazione nel 2006, ha scritto la Prefazione alla loro biografia (“Questi santi genitori”, San Paolo 2005) in cui si legge: “Dopo aver gettato lo sguardo dentro la loro singolare vicenda, ne sono rimasto affascinato e ancora una volta ho intuito che la santità è l’unica parola profetica che la Chiesa del nostro tempo ha da gridare in un mondo confuso. Non perché abbia avvertito odore di straordinario o di miracolo. Ma perché ho incontrato il volto di una santità possibile, con il sapore della novità e della profezia.

[La seconda parte verrà pubblicata domani, sabato 26 maggio 2012]

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ZENIT Staff

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