E' Maria il segreto per la Nuova Evangelizzazione

Secondo Salvatore Martinez: “Per ‘imparare Gesù’ non c’è scuola di evangelizzazione migliore che la scuola di Maria”

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di Salvatore Martinez

ROMA, martedì, 22 maggio 2012 (ZENIT.org) – Il Beato Giovanni Paolo II, nella sua Lettera  Enciclica Ecclesia de Eucharistia, definì Maria “la donna eucaristica”. 

Dunque, donna del mistero, lungo l’intero svolgersi della sua vita. Maria ci dà accesso ai più grandi misteri della  nostra fede, lei che li ha penetrati con il cuore, con la mente, con la volontà, come nessun’altra creatura umana.

Maria è pienamente, fino al paradosso, donna. Sempre il Beato Giovanni Paolo II afferma  nella  Redemptoris Mater:  “[In Maria] è femminile la totalità oblativa dell’amore, la forma che sa resistere ai più grandi dolori, la fedeltà illimitata e l’operosità  infaticabile, la  capacità  di coniugare l’intuizione penetrante con la parola di sostegno e di incoraggiamento” (n. 46).

Per “imparare  Gesù” non c’è scuola di evangelizzazione migliore che la “scuola di Maria”. Nessuno più di lei può rendere comprensibile, accessibile, praticabile – ai credenti e ai miscredenti – la “spiritualità  cristiana”: ecco perché in lei vogliamo scoprire il “segreto” della nuova evangelizzazione.

Il vescovo Epifanio di Salamina, nel IV secolo, spiega questa realtà con una suggestiva immagine:  “Anche  se  [Gesù]  «svuotò  se  stesso assumendo la condizione di servo» (Fil 2, 7), non diminuì nella sua pienezza. Ciò avvenne soltanto per mostrare che dal cielo aveva svuotato se stesso nella condizione umana, cioè «nell’oficina di Maria»” (in “L’Ancora”, 40).

Dunque, trasferiamoci nell’“officina di Maria” e lasciamo lavorare in noi lo Spirito Santo.

Salutiamo Maria con una splendida  lirica, una preghiera  composta dallo scrittore  francese Charles Péguy: “Rivolgersi arditamente a colei che è infinitamente pura, perché  è anche infinitamente  dolce; …infinitamente  nobile,  perché è anche infinitamente cortese; …infinitamente ricca, perché è anche infinitamente povera; …infinitamente alta, perché  è anche  infinitamente disegno”  (Benedetto XVI, Udienza generale, 21 dicembre 2011).

Santa Teresa del Bambino Gesù  scrisse un giorno:  “È  bene  che  si  parli  dei  privilegi  di Maria; perché ascoltando una predica su Maria, uno è obbligato a sbalordirsi dall’inizio alla fine, e a dire:

“Oh! Oh! Potrebbe addirittura succedere, di fronte a una creatura così eccelsa come Maria, che qualcuno arrivi a sentirsi quasi allontanato e a dire: Se le cose stanno così, allora vale la pena ritirarsi, perché non riuscirò mai” (Carnet Giallo, 21 agosto).

Noi non vogliamo affatto ritirarci dinanzi a Maria! A noi non è chiesto di capire il “mistero di Maria”, come a Maria non fu chiesto di capire  il mistero di Dio. Piuttosto, proviamo a “entrare nel mistero”, ad avere  il  coraggio del “sì”.

Non un piccolo, non tanti piccoli “sì”, ma un “sì” vero, profondamente umano. Un sì pronunciato da ciascuno di noi guardando “a occhi aperti” l’amore di Dio e fidandoci “a occhi chiusi” dell’amore di Dio.

Scriveva  Severo di Antiochia, un  vescovo del VI secolo: “Avvicinarsi a Maria è come avvicinarsi a una terra santa e salire al cielo. Quando rivolgo lo sguardo alla vergine Madre di Dio e cerco di formulare qualche semplice pensiero su di lei, all’inizio mi sembra di sentire una voce che viene da Dio  e  che mi dice: «Non  avvicinarti. Togliti  i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è terra santa» (Es 3, 5).

Che cosa possiamo contemplare di più divino, di più grande della Madre di Dio?” (in Omelie, n. 68). 

Chiediamo allo Spirito Santo che ci conceda, come a Maria, la “memoria cristica”, la capacità di non dimenticare mai il grande amore che abbiamo  ricevuto. È  “la memoria del  cuore”, lo  sguardo  contemplativo  sulla  storia,  il  luogo dove lo Spirito Santo allena i testimoni del Vangelo. 

Senza  questa  “memoria”  di  ciò  che Gesù ha fatto per noi, noi ritarderemo la nuova evangelizzazione, perché non avremo lo sguardo di Cristo che trafigge d’amore il mondo

Ci viene in aiuto anche il Beato Giovanni Paolo  II. Nel 2002, scrivendo  la Lettera Apostolica  dedicata  a  Maria,  Rosarium  Virginis Mariae,  il compianto Pontefice affermò: “Maria vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola: «Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19; cf 2, 51).

I ricordi di Gesù, impressi nel suo animo, l’hanno  accompagnata in ogni  circostanza, portandola a  ripercorrere  col  pensiero  i vari momenti della sua vita accanto al Figlio” (n. 11).

Per ogni approfondimento di Salvatore Martinez “I cinque sguardi di Maria – Per una nuova evangelizzazione” (Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo).

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ZENIT Staff

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