Cultura, volontariato e lavoro: tre mezzi di promozione della dignità umana

Ricevendo in udienza i membri del MEIC, della FOCSIV e del MCL, Benedetto XVI esorta a seguire la logica del dono

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di Luca Marcolivio

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 20 maggio 2012 (ZENIT.org) – Tre movimenti di ispirazione cristiana sono stati ricevuti ieri in udienza in Aula Paolo VI da papa Benedetto XVI, in occasione degli anniversari della loro fondazione.

Si tratta del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC), che festeggia i suoi 80 anni, della Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontariato (FOCSIV) e del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), entrambi fondati 40 anni fa.

Come spiegato dal Santo Padre dopo i saluti iniziali, queste tre realtà “sono debitrici della sapiente opera del Servo di Dio Paolo VI, che, in qualità di Assistente Nazionale, ha sostenuto i primi passi del Movimento Laureati di Azione Cattolica nel 1932, e, da Pontefice, il riconoscimento della Federazione degli Organismi Cristiani di Volontariato e la nascita del Movimento Cristiano Lavoratori, nel 1972”.

A Papa Montini, suo predecessore, Benedetto XVI ha quindi tributato “il nostro riconoscente ricordo per l’impulso dato a tali importanti associazioni ecclesiali”.

Cultura, volontariato e lavoro, ha spiegato il Papa, rappresentano il “trinomio indissolubile” dell’impegno quotidiano dei cattolici laici, tanto nel privato, quanto nella società. Tutti e tre questi ambiti hanno un comune denominatore che è il “dono di sé” e il loro fine ultimo è la promozione della “dignità umana”.

In merito all’impegno culturale, Benedetto XVI ha ricordato che esso non può limitarsi “alla trasmissione di nozioni tecniche e teoriche ma implica il dono di sé con la parola e con l’impegno”.

Parimenti il volontariato, “risorsa insostituibile della società”, non comporta esclusivamente il “dare delle cose” ma soprattutto il “dare se stessi in aiuto concreto verso i più bisognosi”.
Il lavoro, infine, terzo aspetto dell’impegno dei cattolici laici, “non è solo strumento di profitto individuale, ma momento in cui esprimere le proprie capacità spendendosi, con spirito di servizio, nell’attività professionale, sia essa di tipo operaio, agricolo, scientifico o di altro genere”.

Ogni azione, in ognuno di questi tre ambiti, deve essere animata dalla “carità”, ovvero dalla capacità di vedere la realtà “con gli occhi di Cristo”, donando all’altro, non solo cose materiali ma, in primo luogo, “lo sguardo, il gesto d’amore di cui ha bisogno”.

Questa logica del dono, ha commentato il Santo Padre, è “spesso bistrattata”, eppure, mettendola in pratica, attraverso la propria cultura, le proprie competenze, la propria professionalità, “si scopre una felicità profonda, secondo la logica di Cristo che ha donato tutto se stesso”.

Primo luogo in cui si fa esperienza dell’amore gratuito, ha proseguito il Papa, è la famiglia e “quando ciò non accade essa si snatura, entra in crisi”. Il modello familiare, come già Benedetto XVI aveva sottolineato nella Caritas in Veritate, è estendibile “a una dimensione universale”.

La giustizia da sola non basta: “è necessario quel «di più» che solo la gratuità e la solidarietà possono dare”, ha osservato il Papa. La gratuità, in particolare, è qualcosa che “non si acquista sul mercato, né si può prescriverla per legge”. Ciononostante, “sia l’economia, sia la politica hanno bisogno della gratuità, di persone capaci di dono reciproco”.

L’udienza di ieri ha evidenziato due fattori: da parte dei movimenti presenti, si avverte la “necessità di continuare a camminare sulla via del Vangelo, nella fedeltà alla dottrina sociale della Chiesa e nella lealtà verso i Pastori”; da parte del Papa c’è l’incoraggiamento a “proseguire con costanza nell’impegno in favore dei fratelli”.

Parlando singolarmente dei movimenti, il Santo Padre ha definito il MEIC un soggetto “chiamato ad un rinnovato servizio nel mondo della cultura, segnato da sfide urgenti e complesse, per la diffusione dell’umanesimo cristiano”.

La FOCSIV, da parte sua, può continuare a “confidare soprattutto nella forza della carità che viene da Dio portando avanti il suo impegno contro ogni forma di povertà e di esclusione, in favore delle popolazioni più svantaggiate”, ha commentato il Papa.

La vocazione del MCL è invece quella di “portare luce e speranza cristiana nel mondo del lavoro, per conseguire anche una sempre maggiore giustizia sociale”, sapendo guardare sempre “al mondo giovanile, che oggi più che mai cerca vie di impegno che sappiano coniugare idealità e concretezza”, ha poi concluso il Pontefice.

In una lettera di ringraziamento indirizzata a Benedetto XVI, il presidente nazionale del MEIC, Ciro Cirotto, ha scritto: “Il MEIC, Santità, è impegnato ad identificare questi semi di speranza e a curarne lo sviluppo. Ha la consapevolezza di essere chiamato a rispondere alle sfide del presente con un impegno creativo che non guardi alle novità con sospetto e, al tempo stesso, che mantenga la fedeltà alla tradizione umanistica e cristiana del nostro Paese”.

In un’intervista a Radio Vaticana, il presidente della FOCSIV, Gianfranco Cattai, ha definito “un vero piacere” ed “una grande soddisfazione”, l’udienza dal Santo Padre per i 40 anni della Federazione, i cui “padri fondatori hanno avviato quest’esperienza sulle onde del Concilio Vaticano II”.

Per Carlo Costalli, presidente del MCL, anch’egli interpellato da Radio Vaticana, l’udienza dal Papa è “un motivo di speranza e di riflessione per quello che abbiamo fatto”.

L’incontro con Benedetto XVI, si legge sul sito del MCL, “segna, anche visibilmente, la particolare vicinanza del MCL ai Papi che si sono succeduti in questi quattro decenni di vita del Movimento. Ma anche quella fedeltà al Magistero della Chiesa che contraddistingue lo Statuto e la nostra vita associativa”.

Nel corso dell’udienza i membri del MCL hanno simbolicamente consegnato a Benedetto XVI le chiavi delle case per le giovani coppie costruite a Gerusalemme con il contributo del Movimento.

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ZENIT Staff

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