Una cattedra dedicata a Bernardin Gantin

Alla Pontificia Università Lateranense si studierà “Socializzazione Politica in Africa” nello spirito dell’insegnamento dell’indimenticato cardinale del Benin

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La Pontificia Università Lateranense (PUL) a Roma ha inaugurato una nuova cattedra di “Socializzazione Politica in Africa” nell’ambito della facoltà di Filosofia. La cattedra è dedicata al cardinale Bernardin Gantin (1922-2008), eminente figura della chiesa africana nella seconda metà del XX secolo.

I contenuti dell’iniziativa sono stati illustrati stamattina in Sala Stampa Vaticana, alla presenza del cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, Thomas Boni Yayi, presidente della Repubblica del Benin, il professor Martin Nkafu Nkemnkia, Direttore del Dipartimento delle Scienze Umane e Sociali – Studi Africani della Pontificia Università Lateranense, e monsignor Patrick Valdrini, Pro-Rettore della Pontificia Università Lateranense.

La ragione principale della dedica della cattedra al cardinale Gantin è nell’opera pastorale del porporato africano. Bernardin Gantin nacque l’8 maggio 1922, a Toffo (Benin). Dopo essere stato ordinato sacerdote a Lomé, nel 1951, si trasferì a Roma due anni dopo, per gli studi di teologia e di diritto canonico.

Gantin fu eletto Presidente della Conferenza Episcopale del Benin e partecipò anche al Concilio Vaticano II e alla prima Assemblea Ordinaria del Sinodo mondiale dei vescovi nel 1967. Cardinale dal 1977, nei due conclavi del 1978 ebbe un ruolo importante e fu considerato tra i papabili.

La data più importante nella vita di Bernardin Gantin è l’8 aprile 1984, quando fu nominato Prefetto della Congregazione per i Vescovi, diventando così il primo porporato di origine africana a dirigere un dicastero vaticano.

Al centro della vita di Gantin ci sono sempre stati il suo popolo, il Benin, la Chiesa d’Africa e la Chiesa Universale. Anche il miglioramento della società e il benessere spirituale dell’uomo sono stati fattori rilevanti nel suo servizio.

La nuova cattedra lui dedicata è relativa all’Area Internazionale di Ricerca – Studi Interdisciplinari per lo Sviluppo della Cultura Africana presso la PUL. Secondo il cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, questa nuova cattedra potrebbe condurre a una riflessione sulla politica nel contesto africano e preparare la classe dirigente della società africana di domani, orientandola alla Dottrina Sociale della Chiesa.

Anche il prof. Nkafu Nkemnkia, Direttore del Dipartimento delle Scienze Umane e Sociali alla PUL, nel suo intervento in Sala Stampa Vaticana, ha confermato che la creazione della cattedra offre l’occasione per riflettere sulle sfide, le strategie e le prospettive future della politica come servizio alle comunità, al popolo e alla nazione nel contesto africano.

Il dialogo interculturale non nasce solo con questa cattedra, ha aggiunto il docente, ma anche nell’ambito della situazione contemporanea, ed approfondisce i principi filosofico-politici e lo sviluppo della realtà sociale nel contesto africano.

La gestione del patrimonio della Cattedra sarà di competenza della Pontificia Università Lateranense, con il contributi della Fondazione Cardinal Gantin, attraverso donazioni e acquisizioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi che l’istituzione della Cattedra si prefigge e tramite la Fondazione Civitas Lateranensis in collaborazione con il Direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Area di Ricerca.

L’istituzione di una cattedra intitolata a Bernardin Gantin, è stata salutata dal presidente della Repubblica del Benin, Thomas Boni Yayi come “un onore, non solo per il Benin ma per tutta l’Africa”.

La cattedra appena istituita e la Fondazione Gantin, ha aggiunto, “lavoreranno in simbiosi per lo sviluppo sociale ma soprattutto per l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio”

Il cardinale Gantin, ha spiegato Boni, fu “un uomo di grande umanità”, nonché un vero e proprio rappresentante di un nuovo “umanesimo” che va ben al di là dell’Africa.

La cattedra che gli viene dedicata, renderà giustizia degli “aspetti sociali” del ministero episcopale del porporato beninese, che “fece della ricerca e dello studio lo scopo della sua vita”, ha sottolineato il capo di stato.

Parlando del suo recente incontro con papa Francesco, Boni ha definito il Pontefice come “il Papa di tutti i popoli, il Papa dell’umanità e del continente africano”. Francesco, ha detto il presidente beninese è “il simbolo di questo grande umanesimo” che lo accomuna a personaggi come Bernardin Gantin.

Boni si è poi soffermato sul ruolo e la responsabilità dei cattolici impegnati in politica, che devono essere “ispirati dalla Dottrina Sociale Cattolica per animare un nuovo mondo”, caratterizzandosi per la “abnegazione” e il “dono di sé per gli altri”. Inoltre la fede è utile per “riportare la coesione in un paese”, contribuendo alla “cultura” e allo “sviluppo”.

Un aspetto importante, secondo il presidente beninese, è rappresentato dalla “sussidiarietà” e dall’impegno delle comunità locali, alle quali “lo stato non deve sostituirsi”. La “solidarietà delle comunità” va salvaguardata, in quanto rischia di sparire dinnanzi all’avanzata della globalizzazione. Va invece favorito, un “approccio partecipativo dei cittadini”, ha poi concluso Boni.

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Jill Carnà

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