Ripensare l’economia in chiave cristiana

Il convegno internazionale promosso dalla Fondazione Centesimus Annus rifletterà sulle problematiche dello sviluppo umano alla luce della dottrina sociale

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Ripensare le caratteristiche principali della vita economica e sociale è il tema della conferenza internazionale promossa dalla Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice. L’incontro si svolgerà dal 25 al 27 maggio 2015 tra l’Aula Nuova del Sinodo (Città del Vaticano) e il palazzo della Cancelleria (Roma).  

“Con questo convegno, la Fondazione, prosegue il suo lavoro finalizzato ad offrire contenuti ben definiti ed approfonditi che indichino una strada concretamente percorribile nell’ambito delle necessarie riforme dell’economia di mercato, secondo la prospettiva di un’economia posta al servizio dello sviluppo umano”, ha detto Domingo Sugranyes Bickel, presidente della Fondazione presentando gli obiettivi della conferenza di quest’anno. “Tali temi – ha aggiunto – per essere completamente sviluppati richiedono una riflessione e un’ispirazione che trovano fondamento nella Fede”.

La conferenza, dal titolo Rethinking Key Features of Economic and Social Life si svilupperà intorno a tre argomenti, attinenti alcune caratteristiche chiave relative ai cambiamenti sociali ed economici in corso. 

Il primo argomento (1° sessione – Può esserci una crescita continua senza consumo compulsivo?) spesso citato da Papa Francesco è quello del consumo e dell’economia denunciata come economia dello scarto. Qui le domande che la Fondazione si pone sono formulate in termini economici: si può continuare ad avere crescita anche senza consumi incontrollati? In Europa è urgente la ripresa dei consumi per la creazione di posti di lavoro: possiamo allo stesso tempo sviluppare senza contraddizione l’argomento che critica il consumo vorace e inutile, generatore di pericolosa assuefazione con l’esigenza di nuova occupazione? L’argomento è economico, ma anche culturale e psicologico, perché in un’economia di mercato sono in primis i consumatori, le famiglie, i gruppi di opinione quelli che determinano la domanda e, quindi, quello che di conseguenza le imprese producono e vendono. Stiamo però già assistendo ad un’evoluzione dell’opinione pubblica che prepara un cambiamento importante nella direzione di una crescita vigorosa, ma anche soddisfacente per i contenuti e la qualità di quanto viene scambiato. E’ necessario, inoltre, per inquadrare al meglio le questioni in campo, fare una riflessione sia sul potere della pubblicità sia sull’importante ruolo di esempio che possono dare le famiglie e le istituzioni di educazione cristiana. Tutto questo sarà oggetto della riflessione della prima sessione di lavori.

Il secondo argomento (2° sessione – Il futuro dell’occupazione e dell’economia informale) è in rapporto con un fenomeno che incontriamo costantemente nell’attualità, anche se non ha una formale evidenza statistica: si tratta della cosiddetta economia informale. Essa rappresenta nei fatti la maggioranza dell’attività economica nei paesi poveri. È un settore multiforme presente anche nelle economie ricche: esiste l’attività di soccorso sociale e familiare, risultata essenziale nella crisi attuale, ma vi sono anche delle manifestazioni più critiche che toccano l’ambito dell’illegalità, come le attività ‘in nero’ o le forme di concorrenza sleale o criminale. Qui, ci si chiede come render conto di questa realtà quasi sconosciuta? Come proteggere i diritti legittimi di tutti i partecipanti e come riconoscere nei fatti la dignità di chi non ha accesso ad un posto di lavoro formale?

Il terzo argomento (3° sessione – Un messaggio urgente per il mondo di oggi: l’insegnamento sociale cattolico può essere diffuso anche da chi non abbraccia la fede cristiana?) infine, interessa in modo particolare chi è convinto della bontà dei ragionamenti e della capacità costruttiva dei principi contenuti nella dottrina sociale della Chiesa, ma si trova in un ambiente nel quale la maggioranza non è credente o dove viene considerato come settario qualunque riferimento religioso. Allora, in questo caso, le domande da porsi alle quali provare a dare risposte sono le seguenti: perché noi cattolici non sappiamo essere più convincenti? Perché quando invece parla Papa Francesco, molti ascoltano e capiscono? Gli ostacoli sono interni a noi, dipendono dalla nostra mancata umiltà e sincerità nonché dall’insufficiente sviluppo scientifico e pratico delle idee che ispirano la Chiesa in materia sociale?   

Proprio con quest’ultimo fatto in mente, la Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice ha indetto il premio internazionale ‘Economia e Società’. Istituito per riconoscere opere che rappresentano un passo avanti nello sviluppo e nell’applicazione della dottrina sociale. Il premio ha cadenza biennale. Quest’anno il riconoscimento andrà al libro dell’economista e finanziere cattolico Pierre de Lauzun (Francia) Finance: un regard chrétien. De la banque médiévale à la mondialisation financière e a due tesi di dottorato ancora non pubblicate, scritte da Arturo Bellocq Montano (Uruguay) e Alexander Stumvoll (Austria).   

I partecipanti alla conferenza sono professionisti, imprenditori, professori e funzionari di alto livello. Tra i relatori vi sono il prof. Enrico Giovannini, ex-ministro italiano del Lavoro; Paul Kenny, uno dei massimi leader sindacali inglesi; la Preside della prestigiosa Kellogg School of Management di Chicago, Sally Blount; Mons. Silvano Tomasi, Rappresentante della Santa Sede presso le Nazioni Unite, sede di Ginevra; Padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica; il professor Franco Gallo, ex-presidente della Corte Costituzionale italiana e numerosi altri specialisti provenienti da vari paesi. La cerimonia di consegna del Premio internazionale ‘Economia e Società’ si svolgerà in presenza del Cardinale Reinhardt Marx (Monaco di Baviera), in qualità di Presidente della Giuria, sotto la guida del presidente di sessione, Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin.

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ZENIT Staff

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