di Salvatore Cernuzio
ROMA, lunedì, 14 aprile 2012 (ZENIT.org) – Musica, i colori sgargianti degli sbandieratori e una folla acclamante per niente stanca di rendere omaggio al Santo Padre. Questo lo scenario che si prospettava, ieri pomeriggio, ad Arezzo prima che il Papa, terminato il pranzo con i vescovi della Toscana in Episcopio, prendesse commiato dalla città.
Un’atmosfera calorosa, a cui Benedetto XVI ha risposto con un “fuori programma” affacciandosi dalla finestra del palazzo vescovile e ringraziando di cuore “per questa bellissima presentazione della vostra grande cultura rinascimentale che ha toccato realmente il mio cuore”.
“Chi è capace di rendere presente in modo così perfetto la cultura del passato – ha proseguito spontaneamente – è anche capace di aprire cultura per il futuro perché conosce l’uomo, ama l’uomo che ha la sua grandissima dignità di essere non solo uomo, ma immagine di Dio”.
Ha poi concluso: “Se siamo realmente immagine di Dio, siamo anche capaci di andare avanti e di superare i problemi del presente e di aprire cammini al nuovo futuro”.
Pronto a portare lo stesso incoraggiamento anche a La Verna, seconda tappa scelta per questa Visita Apostolica, il Pontefice ha dovuto rinunciare all’incontro con i frati e le clarisse al Santuario de La Verna – celebre luogo dove, nel 1224, san Francesco ricevette le stimmate di Gesù Cristo – a causa di un brusco abbassamento di temperature e di condizioni meteo avverse.
“Nonostante il brutto tempo il nostro cuore è pieno di luce e di gioia” ha detto il Papa salutando la diocesi di Arezzo Cortona San Sepolcro. Proprio per questo, il Successore di Pietro ha voluto recapitare un suo personale messaggio alla comunità del Santuario.
Anche qui un’esortazione: “Non basta dichiararsi cristiani per essere cristiani, e neppure cercare di compiere le opere del bene – si legge nel documento – Occorre conformarsi a Gesù, con un lento, progressivo impegno di trasformazione del proprio essere”.
Con l’esempio di una vita ispirata ai valori evangelici, ha scritto ancora il Papa, “portate l’amore di Dio all’uomo del nostro tempo, spesso chiuso nell’individualismo, siate segno dell’immensa misericordia di Dio”.
In questo, è di esempio il poverello di Assisi: “perseverate nell’imitazione di Cristo – ha concluso Benedetto XVI – perché chi vi incontra, incontri san Francesco e incontrando san Francesco incontri il Signore”.