BETLEMME, mercoledì, 18 maggio 2011 (ZENIT.org).- La guerra non è mai lontana, ha detto un abitante del sud del Libano al direttore per la Gran Bretagna dell'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che si è recato in Medio Oriente per testimoniare gli scontri di domenica tra israeliani e palestinesi.

Folle di palestinesi si sono dirette verso il confine israeliano in vari luoghi. Ci sono stati numerosi colpi di arma da fuoco al confine siriano con le alture del Golan e ai confini con il Libano e con la Striscia di Gaza. Circa venti palestinesi sono stati uccisi, e molti altri feriti.

Il direttore di ACS Gran Bretagna Neville Kyrke-Smith era nella zona in visita alle comunità cristiane sostenute dall'associazione.

“Gli ultimi giorni sono stati molto difficili, e nelle strade della periferia di Betlemme la tensione era palpabile”, ha affermato.

Ogni 15 maggio c'è un'escalation di tensione perché i palestinesi ricordano il Giorno della Naqba (“Catastrofe”), la creazione dello Stato di Israele.

Israele celebra il giorno della sua indipendenza pochi giorni prima.

Kyrke-Smith ha descritto l'aumento delle misure di sicurezza in Israele e nella West Bank, dicendo di essere stato fermato a tre check-points tra Betlemme e Gerico.

“Le forze israeliane erano ovviamente preoccupate per le insurrezioni e le incursioni ai confini”, ha detto.

Kyrke-Smith ha poi riferito la supplica di una suora della regione: “Aiutate a mantenere aperte le frontiere”, ha detto la religiosa.

“Per favore, venite”, ha aggiunto riferendosi all'importanza dei pellegrinaggi in Terra Santa come forma di solidarietà verso i cristiani locali.
 
 

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