di Jesús Colina


ROMA, martedì, 17 maggio 2011 (ZENIT.org).- Stati Uniti e Gran Bretagna esercitarono pressioni su Papa Pio XII perché mantenesse il silenzio sulla brutalità nazista per evitare che le sue proteste avessero altre conseguenze, rivelano documenti finora inediti.

I testi sono stati scoperti dalla Fondazione Pave the Way, fondata dall'ebreo statunitense Gary Krupp, per il quale alla luce di queste rivelazioni si possono comprendere meglio le circostanze in cui agì Papa Eugenio Pacelli.

Tra i documenti, apparsi negli archivi degli Stati Uniti, c'è la corrispondenza tra il rappresentante britannico presso la Santa Sede, sir D'Arcy Osborne, e Myron Taylor, rappresentante del Presidente statunitense Franklin D. Roosevelt presso il Vaticano.

Nel testo, firmato da Franklin C. Gowen, assistente di Taylor, il 7 novembre 1944, alle 12.45, si spiega che D'Arcy Osborne “chiamò e disse che aveva paura che il Santo Padre lanciasse un appello via radio a favore degli ebrei d'Ungheria e che nel suo appello criticasse ciò che i russi stavano facendo nei territori occupati”.

“Sir D'Arcy disse che bisognava fare qualcosa per imporsi al Papa e far sì che non si esprimesse, perché ciò avrebbe avuto ripercussioni politiche molto gravi”, aggiunge il diplomatico statunitense.

Documenti distrutti

“Un altro documento sull'aiuto ai rifugiati ebrei afferma chiaramente che la lettera doveva essere distrutta per evitare che cadesse nelle mani dei nemici”, ha spiegato Krupp in un comunicato.

In una lettera di D'Arcy Osborne del 20 aprile 1944 a Harold Tittman, assistente di Myron Taylor, il rappresentante britannico presso il Vaticano chiede di distruggere documenti inviati per aiutare organizzazioni statunitensi ebraiche, perché ciò avrebbe potuto mettere in pericolo la vita di quanti li avevano consegnati, e in concreto menziona il pericolo che corre un sacerdote di nome “Benedetto”.

Gary Krupp ha osservato che “questo gesto fu compiuto comunemente durante la guerra, e ci sono ancora dei critici che sembrano non comprendere che è il motivo per il quale tanti ordini scritti vennero distrutti”.

Al ritrovamento dei documenti ha partecipato Ronald Rychlak, docente di Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università del Mississippi e autore di libri su Pio XII.

Altri documenti

Dal canto suo, Dimitri Cavalli, giornalista, ricercatore e collaboratore della Fondazione Pave the Way, ha trovato vari documenti estremamente significativi dell'agenzia internazionale JTA (Jewish Telegraph Agency).

Un dispaccio d'agenzia del 28 giugno 1943 informava delle denunce della “Radio Vaticana” relative al trattamento che stavano ricevendo gli ebrei in Francia.

Cavalli ha trovato il numero pubblicato il 19 maggio 1940 dalla rivista “Jewish Chronicle”, di B'nai B'rith (associazione ebraica di azione sociale), in cui Pio XII appare in copertina e il cui articolo rivela come il Papa stesse contrattando professori ebrei che erano stati espulsi dalle istituzioni italiane a causa delle leggi razziali di Benito Mussolini.

Il 15 gennaio 1943, la JTA informava della risposta del Cardinale Pierre-Marie Gerlier, Arcivescovo di Lione, alle autorità naziste che avevano proposto di lasciare in pace la Chiesa cattolica se fosse rimasta in silenzio di fronte al trattamento riservato agli ebrei.

Il Cardinale rispose al comandante nazista: “Lei non sa che il Santo Padre (Papa Pio XII) ha condannato le leggi antisemite e tutte le misure antiebraiche”.

La rivista ebraica “Advocate” del 5 febbraio 1943 pubblicò questo titolo: “Cardinale ungherese attacca le teorie razziali”, in riferimento al duro discorso pronunciato dal Cardinale Jusztinián Györg Serédi, O.S.B., Arcivescovo di Esztergom-Budapest.

Il pronunciamento, che ricevette eco sulla “Radio Vaticana”, condannava con forza le teorie razziali naziste e chiedeva che l'Ungheria proteggesse “tutti coloro che sono minacciati a causa delle loro convinzioni o della loro razza”.

Sulla stessa pagina si può leggere un breve articolo in cui si spiegava come Mussolini stesse rendendo le leggi razziali meno dure per poter riprendere le relazioni con il Vaticano.

Il “Jewish Chronicle” di Londra del 9 settembre 1942 informava che Joseph Goebbels, ministro della Propaganda della Germania nazista, aveva stampato dieci milioni di opuscoli in varie lingue, che vennero distribuiti in Europa e in America Latina, condannando Pio XII per la sua posizione
a favore degli ebrei.

Gary Krupp ha detto a ZENIT che questi documenti non sono altro che una goccia nel mare delle 46.000 pagine di articoli informativi, documenti originali, materiale di ricerca e testimonianze oculari che confermano l'opera di aiuto di Pio XII agli ebrei e che sono state pubblicate dalla Fondazione Pave the Way.

Questo materiale e video con testimonianze storiche possono essere consultati su www.PTWF.org.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]