Il Papa lancia un appello di pace per Libia e Siria

“Perché la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza”

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ROMA, domenica, 15 maggio 2011 (ZENIT.org).- Questa domenica Benedetto XVI è tornato a lanciare un appello di pace per la Libia ed ha chiesto di fermare lo spargimento di sangue in Siria.

Nelle sue parole prima della recita della preghiera mariana del Regina Coeli, il Papa ha ammesso di seguire con apprensione “il drammatico conflitto armato che in Libia ha causato un elevato numero di vittime e di sofferenze soprattutto tra la popolazione civile”. Secondo quanto riferito all’agenzia Fides da mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apostolico di Tripoli, solamente il 13 maggio “a Marsa Brega, vi sono stati 16 morti e diverse altre persone sono morte in altre parti di Tripoli. Le bombe continuano a mietere vittime. Mi sembra opportuna una tregua per aiutare i civili a tirare il fiato. Anche questa notte vi sono stati diversi bombardamenti, il più forte lo abbiamo avvertito intorno alle 3. Non ci lasciano dormire”.

“Rinnovo un pressante appello – ha continuato il Papa – perché la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza, con l’aiuto degli Organismi internazionali che si stanno adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisi”.

“Assicuro, inoltre, la mia orante e commossa partecipazione all’impegno con cui la Chiesa locale assiste la popolazione, in particolare tramite le persone consacrate presenti negli ospedali”.

Il Papa ha poi rivolto il suo pensiero alla Siria dove si sono verificati diversi episodi di violenza. Nella città siriana di Tall Kalakh, infatti, alcuni cecchini hanno ucciso almeno tre persone mentre uscivano da una moschea dove si era svolto un sit-in di protesta contro il regime di Bashar al Assad.

I soldati di Damasco, invece, hanno aperto il fuoco ad al Boqayaa contro un gruppo di profughi in fuga verso il Libano, provocando la morte di una donna e il ferimento di cinque altre persone.

“Chiedo a Dio – ha continuato il Santo Padre – che non ci siano ulteriori spargimenti di sangue in quella Patria di grandi religioni e civiltà, ed invito le Autorità e tutti i cittadini a non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca del bene comune e nell’accoglienza delle legittime aspirazioni a un futuro di pace e di stabilità”.

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ZENIT Staff

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