L’Accordo, che entra in vigore oggi, consolida ulteriormente i tradizionali vincoli di amicizia e di collaborazione esistenti tra le due Parti, si compone di un Preambolo e di venti articoli, che disciplinano vari ambiti, tra i quali: lo statuto giuridico della Chiesa cattolica in Brasile, il riconoscimento dei titoli di studio, l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, il matrimonio canonico, il regime fiscale.
L’Accordo – ha detto mons. Mamberti – rappresenta “anche un punto di partenza” prendendo le mosse “proprio dall’attuale momento di ottimo stato delle relazioni diplomatiche bilaterali”.
“Il consenso raggiunto – ha proseguito – è il più chiaro segnale della volontà di continuare a lavorare insieme, con un nuovo strumento, per il conseguimento della formazione integrale di ogni persona, in quanto credente e in quanto cittadino”.
Mons. Mamberti ha quindi sottolineato che “l’Accordo non pregiudica la sussistenza e l’attività di tante Comunità religiose, cristiane e non cristiane, che in Brasile hanno trovato accoglienza, e neppure pone la Chiesa cattolica in una posizione privilegiata, come qualcuno potrebbe essere erroneamente indotto a pensare”.
“Esso, piuttosto – ha precisato –, garantisce la libertà che ad essa compete e tiene doverosamente in considerazione il singolare ruolo che la medesima Chiesa cattolica ha avuto nella formazione della coscienza e dell’identità culturale del Paese”.
“Con l’Accordo – ha spiegato l’ambasciatore Luiz Felipe de Seixas Corrêa –, guadagna la Chiesa Cattolica una maggior sicurezza giuridica per la sue attività in Brasile e guadagna lo Stato brasiliano che stabilisce in uno strumento a carattere vincolante, un quadro chiaro e preciso per le sue relazioni con la Chiesa Cattolica, contrassegnato dall’assoluto rispetto dei canoni legali brasiliani”.