Card. Antonelli: guardare alla famiglia dalla prospettiva bambini

In un videomessaggio per l’inizio della “Settimana del diritto alla famiglia”

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ROMA, martedì, 10 maggio 2011 (ZENIT.org).- “C’è bisogno che si guardi alla famiglia a partire dalla prospettiva bambini, dalla prospettiva figli”. E’ quanto ha affermato lunedì il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, in un videomessaggio ai partecipanti al convegno d’apertura della “Settimana del diritto alla famiglia”.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione “Progetto Famiglia” e che si concluderà il 15 maggio prossimo, prevede numerosi eventi, con partenza da Salerno per concludersi a Nomadelfia, dove una delegazione di famiglie affidatarie di diversi luoghi d’Italia incontrerà gli “eredi” di don Zeno Saltini, fondatore dell’omonima comunità di Grosseto.

“Troppo spesso – ha aggiunto il porporato – si guarda alla famiglia nella prospettiva degli adulti, dei loro desideri che sono mutevoli, spesso anche egoistici. È ora d’iniziare a guardare alla famiglia dalla parte dei bambini”.

Il Cardinale Antonelli si è quindi detto convinto che questa iniziativa sarà “sicuramente un evento, un’opportunità per rovesciare un po’ questa mentalità, per creare una mentalità nuova”, perché occorre “prendere coscienza sempre più di quanto i bambini e i ragazzi abbiano bisogno della figura paterna e della figura materna, di un padre e una madre che si amino tra di loro e che, insieme, vogliano bene ai figli”.

“Questo, purtroppo – ha lamentato –, per varie ragioni non succede, e allora sono estremamente meritori la causa e l’impegno di voler non solo integrare nei confronti dei bambini la figura paterna e materna con l’affido, ma anche aiutare i genitori naturali a crescere ed essere sempre più capaci di svolgere la loro missione genitoriale ed educativa”.

“Si deve fare sicuramente di più, anche nella pastorale – ha incoraggiato il porporato –, proprio per far prendere consapevolezza alle persone sia delle necessità dei bambini, sia della nobiltà, della dignità, del valore che ha l’affido, e anche per prevenire, per quanto è possibile, le situazioni di disgregazione della famiglia: accompagnare le famiglie, metterle in condizione d’incontrarsi fra di loro affinché riescano meglio a superare i conflitti familiari di modo che si prevengano quelle situazioni di disgregazione che costituiscono una ferita soprattutto per i bambini”.

“La famiglia – ha sottolineato poi – ha la vocazione ad esprimere l’amore non solo come eros, ma anche come donazione. E quindi credo che l’affido sia per le famiglie un’occasione, una chance, una possibilità per crescere e realizzare la loro propria vocazione, cioè appunto l’amoredono”.

“Dono ai bambini innanzitutto – ha spiegato – e dono anche alla famiglia naturale, perché possa ritrovare meglio l’autenticità e la pienezza della sua vocazione. Quindi direi che è un gesto d’amore tipico per una famiglia, ed è un servizio specifico che la famiglia può fare alla società”.

“Vi invito alla fiducia – ha quindi concluso –, perché l’affido, e le famiglie che si associano e si mettono insieme per poter svolgere meglio questo compito, non sono soltanto un progetto ma una realtà, presso voi che organizzate questa Settimana e anche presso altre belle esperienze presenti in Italia”.

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ZENIT Staff

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