di Chiara Santomiero
ROMA, lunedì, 9 maggio 2011 (ZENIT.org).- Sotto il segno della prossima beatificazione di Giuseppe Toniolo, tra i fondatori dell’Azione cattolica (Ac) e delle Settimane sociali dei cattolici, e dell’incontro mondiale delle famiglie del 2012: due appuntamenti sotto il quale raccogliere due tra gli indirizzi fondamentali dell’Ac dei prossimi anni. Li ha indicati Franco Miano, presidente in carica dell’Ac italiana, nella replica al dibattito svoltosi in questi giorni in occasione dell’assemblea nazionale elettiva del movimento associativo da lui guidato.
Tre giorni di incontro e confronto dei circa 900 delegati da tutte le diocesi italiane rappresentativi dei 350 mila aderenti ( (35% ragazzi, 25% giovani dai 15 ai 30 anni e 40% adulti) che fanno dell’Ac la maggiore associazione ecclesiale laicale italiana. E tra le più antiche nella storia unitaria del Paese essendo stata fondata nel 1867: “solo sette anni di differenza tra l’Ac e l’Italia”, ha ricordato una bambina dell’Azione cattolica ragazzi (Acr) nel saluto dei bambini ai delegati.
“Prepararsi alla beatificazione di Toniolo, della quale non è ancora conosciuta la data – ha affermato Miano – sarà l’occasione per ridire il nostro impegno di cattolici a servizio del bene comune”.
Il riferimento al bene comune è stata la cifra del discorso del presidente Ac, nella convinzione che “quanto si vive e si matura in Associazione, l’impegno per una formazione integrale della persona, non sia una proposta valida solo per noi ma abbia un valore sociale ed ecclesiale utile per tutti”.
Accogliendo l’invito di Benedetto XVI, rinnovato nel messaggio inviato all’assemblea nel quale si chiede all’Ac “di contribuire anche oggi a creare una cultura popolare diffusa, positiva, e formare persone responsabili capaci di mettersi al servizio del Paese, proprio come nella stagione in cui fu elaborata la Carta costituzionale e si ricostruì il paese dopo la seconda guerra mondiale”, Miano conferma l’impegno per una formazione sociale e politica “a tutto campo nella vita dell’associazione per sviluppare nuove vocazioni alla vita pubblica che nascano da uomini e donne adeguatamente preparati”.
Di questo cammino costituiscono una base importante i valori propri dell’associazione, “la democraticità che si esprime nell’elettività delle cariche e nella partecipazione ai processi decisionali e l’unitarietà nell’articolazione dei settori che non è uniformità o somma di parti, ma lo stile di un cammino comune che si nutre del contributo di tutti, piccoli e grandi”.
Così come conferma l’impegno dell’associazione a “far conoscere nuovamente il Concilio Vaticano II”, valorizzando al massimo la prossima celebrazione dei 50 anni dalla sua apertura. “Il messaggio del Concilio – ha affermato Miano – va riscoperto in particolare nella profondità della sua valorizzazione del laicato, non come rivendicazione sterile ma come coinvolgimento sostanziale e pieno nella vita della Chiesa”.
Con il valore aggiunto “del vivere da laici in forma aggregata in un momento storico in cui tutte le forme di aggregazione e di partecipazione sembrano venir meno”. A questo proposito Miano ha segnalato, ad oggi, un aumento del numero complessivo delle adesioni.
“L’Ac – affermato Miano – con il suo impegno educativo si pone al servizio della ricerca di Dio degli uomini e delle donne di oggi che è anche la nostra ricerca perchè non siamo scollegati dalla storia”.
Anche i migranti che arrivano sulle nostre coste, secondo Miano sono “cercatori di Dio che non è separato dai bisogni autentici dell’uomo come la libertà e il pane e non è mai lontano dai poveri”. “Respingere queste persone – ha affermato Miano – sarebbe come respingere Gesù e l’associazione si impegnerà a lavorare anche sotto il profilo culturale affinchè a nessuno venga tolta la possibilità di una vita buona”.
Il progetto dell’Azione cattolica, infatti è “appassionare con rispetto e senso della laicità, alla vita buona del Vangelo, attraverso cammini ordinari che uniscano fede e vita in un’unica cornice di senso”.
“Rimanere nell’orizzonte della gente, quella che incontriamo nelle nostre parrocchie e che fa umilmente storia”: questo l’invito ai delegati dell’Ac rivolto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiani, durante l’omelia della celebrazione eucaristica da lui presieduta domenica alla riapertura dei lavori.
“Dobbiamo arricchire – ha proseguito Bagnasco – questa insostituibile esperienza umana e popolare con gli elementi formativi che voi conoscete per convinzione e per storia. Ritengo che – questi elementi – debbano essere rilanciati non tanto sul piano teoretico, ma sul piano della prassi ai diversi livelli dei nostri gruppi, perché i ragazzi, i giovani, gli adulti possano scoprire e far crescere la bellezza di una fede pensata e vissuta, testimoniata e annunciata in ogni ambiente e situazione”.
“Nel decennio che i vescovi italiani hanno dedicato alla sfida educativa – ha concluso il presidente della Conferenza episcopale italiana – sarete anche voi, insieme alle molteplici realtà ecclesiali, dei riferimenti vivaci e generosi per i campanili e le piazze del nostro amato Paese. Come sempre, ci contiamo!”.