Il testo, in sette punti, risponde all’episodio verificatosi nel giorno di Pasqua, quando un gruppo di contestatori ha interrotto la Messa nella Cattedrale di Città del Messico.
Sei o sette persone hanno gridato slogan contro la vita e contro la Chiesa durante la celebrazione, e hanno distrutto un’immagine di Nostra Signora di Guadalupe. I contestatori sono stati fermati dalla polizia e in seguito rilasciati.
La Chiesa cattolica è rappresentata nella dichiarazione dal segretario generale della Conferenza Episcopale.
Sottolineando che uno Stato “deve compiere uno sforzo non solo per assistere le necessità fisiche [dei cittadini], ma anche per dare le garanzie necessarie al loro sviluppo spirituale”, i leader cristiani hanno dichiarato che “non è sufficiente per lo Stato approvare la libertà di culto dei suoi cittadini”.
“Deve promuovere e garantire la vera libertà religiosa, che, purtroppo, non vediamo ancora riflessa nelle nostre leggi”, hanno affermato.
La dichiarazione ha ricordato che la libertà religiosa “non è una concessione benevola dello Stato, ma un diritto umano fondamentale”.
“Da questa dipendono, in larga misura, la pace e la tranquillità che milioni di noi messicani meritano”, indica il testo.