CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 27 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Le letture proposte dalla liturgia di questa domenica (Is 49, 14-15, 1 Cor 4, 1-5 e Mt 6,24-34) sono un “invito alla fiducia nell’indefettibile amore di Dio”, ha ricordato questa domenica Papa Benedetto XVI rivolgendosi ai fedeli e ai pellegrini che si erano riuniti in Piazza San Pietro per recitare con lui la preghiera mariana dell’Angelus.
Nel brano evangelico di Matteo, infatti, “Gesù esorta i suoi discepoli a confidare nella Provvidenza del Padre celeste, il quale nutre gli uccelli del cielo e veste i gigli del campo, e conosce ogni nostra necessità”.
“Di fronte alla situazione di tante persone, vicine e lontane, che vivono in miseria, questo discorso di Gesù potrebbe apparire poco realistico, se non evasivo”, ha riconosciuto il Pontefice.
“In realtà – ha indicato –, il Signore vuole far capire con chiarezza che non si può servire a due padroni: Dio e la ricchezza”.
“Chi crede in Dio, Padre pieno d’amore per i suoi figli, mette al primo posto la ricerca del suo Regno, della sua volontà. E ciò è proprio il contrario del fatalismo o di un ingenuo irenismo”.
“La fede nella Provvidenza, infatti, non dispensa dalla faticosa lotta per una vita dignitosa, ma libera dall’affanno per le cose e dalla paura del domani”.
“E’ chiaro”, ha sottolineato Benedetto XVI, che questo insegnamento di Gesù, “pur rimanendo sempre vero e valido per tutti, viene praticato in modi diversi a seconda delle diverse vocazioni”.
“In ogni caso, però, il cristiano si distingue per l’assoluta fiducia nel Padre celeste, come è stato per Gesù”, perché “è proprio la relazione con Dio Padre che dà senso a tutta la vita di Cristo, alle sue parole, ai suoi gesti di salvezza, fino alla sua passione, morte e risurrezione”.
Gesù, infatti, “ci ha dimostrato che cosa significa vivere con i piedi ben piantati per terra, attenti alle concrete situazioni del prossimo, e al tempo stesso tenendo sempre il cuore in Cielo, immerso nella misericordia di Dio”.
In questo contesto, il Papa ha invitato a invocare la Vergine Maria con il titolo di Madre della Divina Provvidenza.
“A lei affidiamo la nostra vita, il cammino della Chiesa, le vicende della storia”, ha concluso. “In particolare, invochiamo la sua intercessione perché tutti impariamo a vivere secondo uno stile più semplice e sobrio, nella quotidiana operosità e nel rispetto del creato, che Dio ha affidato alla nostra custodia”.