“La sentenza – si legge di seguito – si inserisce in una vicenda processale lunga e tormentata e che ha visto l’Emittente pontificia oggetto di accuse ingiuste per i presunti disturbi nei confronti di una parte della popolazione, in relazione alle emissioni elettromagnetiche del Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria”.

“Vale la pena ricordare, come spiegato molte volte in questi anni anche in sede processuale, che la Radio Vaticana ha sempre svolto la sua attività nel quadro degli accordi internazionali esistenti con l’Italia relativi al Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria e che si è sempre attenuta alle raccomandazioni internazionali in materia di emissioni elettromagnetiche anche prima della esistenza di normative italiane”.

“Dal 2001, poi – prosegue il comunicato – , in seguito all’accordo con il Governo italiano, rispetta attentamente i limiti previsti dalla sopravvenuta legislazione italiana, come dimostrano le ripetute misurazioni svolte dalle istituzioni pubbliche italiane più competenti e attrezzate in materia”.

“Essendo tale normativa assai restrittiva – conclude la nota –, non vi è alcun motivo giustificato di preoccupazione da parte della popolazione, con la quale è sempre stato desiderio della Radio Vaticana coltivare un rapporto di collaborazione”.

Nel 2001 un Gruppo di studio internazionale costituito dall’allora Ministro della Salute Umberto Veronesi proprio per fare un esame approfondito della questione relativa al Centro di Santa Maria di Galeria, in base ai dati allora disponibili aveva escluso un nesso fra le attività della Radio e le malattie tumorali e leucemiche verificatesi nella zona.

Nel luglio 2010, tuttavia, una perizia di natura epidemiologica firmata dal professor Andrea Micheli e disposta nel 2005, in sede di incidente probatorio, dal gip del Tribunale di Roma, Zaira Secchi, aveva raccolto i risultati di una indagine tecnica relativa alle morti da elettrosmog avvenute tra il 1990 e il 2003, nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo che vedeva indagati tra gli altri anche tre dirigenti della Radio Vaticana.

La finalità era quella di studiare l’incidenza delle leucemie infantili e la mortalità in adulti e bambini per leucemia e per altri tumori del sistema emolinfopoietico in un’area di raggio di sei chilometri dalle antenne di Radio Vaticana, localizzate nel Centro di Santa Maria di Galeria (a una ventina di km da Roma), e da quelle del quartier generale della Marina militare, MariTele, in localià La Storta.

Nella perizia del professor Micheli si affermava che l'esposizione per un periodo superiore ai dieci anni alle antenne di Radio Vaticana per i bambini sino a 14 anni di età, che hanno abitato nella fascia tra 6 e 12 km, aveva determinato un eccesso di incidenze di leucemie e linfomi.