WASHINGTON, D.C., giovedì, 24 febbraio 2011 (ZENIT.org).- La Commissione statunitense sulla Libertà Religiosa Internazionale (USCIRF) sta esercitando pressioni affinché sia fatta giustizia di fronte alla violenza anticristiana in Egitto.
Questa domenica, la Giustizia egiziana ha assolto due uomini presunti complici nell’omicidio di sei cristiani copti ortodossi e di un agente di sicurezza musulmano nel gennaio 2010 a Nagaa Hamadi (cfr. ZENIT, 7 gennaio 2010).
Leonard Leo, presidente dell’USCIRF, ha sottolineato che questo caso “ha richiesto un anno, e la corte di sicurezza egiziana ha commesso gravi infrazioni a livello di giustizia del processo”.
Il mese scorso, Mohamed Ahmed Hussein, un altro dei tre uomini accusati del massacro, è stato giudicato colpevole e condannato a morte. La corte ha ratificato la sentenza domenica, scagionando gli altri due.
Sull’onda dei cambiamenti politici che hanno avuto luogo in Egitto, Leo ha affermato che “un nuovo Governo egiziano deve perseguire” quanti perpetrano omicidi di questo tipo.
Allo stesso modo, ha esortato a “completare un’indagine approfondita” per assicurare alla giustizia i responsabili dell’attacco della notte di Capodanno ad Alessandria, che ha provocato decine di morti.
“Una giustizia incompleta fa molto poco per affrontare il ciclo perpetuo di violenza che ha come obiettivo le minoranze religiose ed è rimasto incontrollato” in Egitto, ha osservato.
A suo avviso, il Governo dovrebbe anche “assicurare che i luoghi di culto cristiani e non musulmani ricevano maggiore sicurezza, soprattutto nel clima attuale, in cui le minoranze religiose sono sempre più vulnerabili agli attacchi degli estremisti, incluse le minacce di sradicare i cristiani dalla regione”.
Un comuicato stampa dell’USCIRF, una commissione bipartisan del Governo federale degli Stati Uniti, ha sottolinato che “per anni il Governo egiziano ha fallito nell’intraprendere passi sufficienti per fermare la repressione e la discriminazione contro i cristiani e altri credenti, o nel punire i responsabili della violenza o di altre gravi violazioni della libertà religiosa”.
La commissione ha infine rivolto una “raccomandazione urgente” perché il Governo egiziano “approvi una legislazione unificata sulla costruzione e il mantenimento dei luoghi di culto, abroghi le limitazioni relative alle minoranze religiose” e “revochi la legge egiziana sulla blasfemia”.