Lo ha affermato il Vescovo ausiliare Jaroslav Pryryz, dell’eparchia greco-cattolica di Sambir-Drohobych, ringraziando l’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) per il suo impegno nella formazione dei futuri sacerdoti.
Il presule ha detto ad ACS che fino a metà dei candidati al seminario in alcune zone dell’Ucraina occidentale deve essere respinta per mancanza di spazio.
I candidati al seminario, ha segnalato, devono affrontare quattro esami come parte delle procedure di selezione.
Riconoscenza
Il Vescovo Pryryz ha poi espresso la propria riconoscenza per il fatto che ci siano persone e realtà come ACS che contribuiscono al sostentamento dei seminaristi comprendendo “l’importante ruolo che una vocazione sacerdotale può avere nel mondo di oggi”.
“Insieme a voi”, ha affermato in un messaggio ai benefattori dell’associazione, “stiamo costruendo il Tempio delle anime umane, la cui grandezza dipende unicamente dalla sincerità degli sforzi che ciascuno di noi sta compiendo in base alla propria capacità personale”.
“Avete permesso alla nostra Chiesa di recuperare una presenza normale nella vita pubblica del nostro Paese”, ha aggiunto riferendosi alle difficoltà di ristabilire la realtà ecclesiale dopo la caduta del comunismo.
“Avete risposto alle necessità della nostra Chiesa e dei fedeli, e noi, in cambio, promettiamo di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per promuovere la speranza che abbiamo in comune”.
In un Paese in cui un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene gli 86 seminaristi della Diocesi e continua a contribuire dopo l’ordinazione provvedendo alla retribuzione dei 287 sacerdoti.
Sfida
Secondo il Vescovo Pryryz, i ragazzi sono attirati dal sacerdozio perché sono alla ricerca di una “sfida”.
“Quando vedono bravi sacerdoti, e che la Chiesa vive il Vangelo sociale, questo li ispira”, ha indicato.
“Molti ragazzi vedono l’aspetto positivo e quello negativo – l’aspetto positivo di come la Chiesa serve il popolo, e quello negativo di come sia dura la vita nelle strade e nei villaggi”.
Ha quindi ricordato il sacerdote diocesano beato Omelian Korch, che ha aiutato gli ebrei durante l’occupazione nazista, come “un grande esempio per i giovani”.
Korch venne ucciso nel campo di concentramento di Majdanek, alla periferia di Lublino (Polonia), nel 1944.
“I suoi familiari cercarono di liberarlo, ma scrisse loro dicendo di non preoccuparsi – ha spiegato il Vescovo Pryryz –. E’ rimasto con le persone di religione ebraica ed è morto con loro”.