Gli Appartamenti di Giulio III tra nostalgia e mistero

Ne “Le Stanze Nuove del Belvedere nel Palazzo Apostolico Vaticano”

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di Sergio Mora

ROMA, mercoledì, 16 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Giulio III, uno dei Papi della Controriforma, decise di ritagliarsi uno spazio di tre stanze all’interno del Palazzo Apostolico del Vaticano, nelle cui pitture si riflettessero la sua nostalgia per il fausto del Rinascimento e il suo rimpianto del braccio armato in favore della Chiesa.

Questi sono alcuni dei punti emersi martedì durante la presentazione del volume della Libreria Editrice Vaticana dal titolo “Le Stanze Nuove del Belvedere nel Palazzo Apostolico Vaticano”.

Le stanze sono state costruite sotto la sovrintendenza di Michelangelo e sono state ridisegnate in seguito sia nell’architettura che nelle decorazioni da Papa Urbano VIII.

Non si conoscono i nomi di tutti gli autori, alcuni dei quali lavoravano a giornata. Tra i più notabili figura il romano Guido Ubaldo Abbatini, prima apprendista nella bottega del Bernini, e poi collaboratore di Giovanni Battista Calandra. Mentre dai pagamenti fatti nel 1637 si risale al fiorentino Simone Lagi e a Marco Tullio Montagna nato a Cori.

L’opera è stata presentata dal prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, e da mons. Vincenzo Francia, Officiale della Congregazione delle Cause dei Santi e curatore del volume.

Le Stanze Nuove oggi ospitano diversi uffici della Segreteria di Stato vaticana. Per questo, nel corso della presentazione i relatori hanno espresso il desiderio che queste opere possano in futuro essere aperte al pubblico.

“Le Stanze Nuove hanno opere di inestimabile valore, anche se in una città come Roma, accanto a uno splendore come quello della Loggia di Raffaello entrano in un cono d’ombra”, ha detto il direttore dei Musei Vaticani.

Le pitture restituiscono immagini di una Roma antica, con il Castel Sant’Angelo illuminato dalle torce e dai fuochi d’artificio, la Basilica di San Pietro in costruzione senza neanche la facciata conclusa, così come si presentava quando morì Michelangelo, o senza la cupola ma con i campanili oggi non più esistenti, o con il cupolone ma senza il colonnato del Bernini.

Altri quadri rappresentano figure così come volevano essere immaginate, e quindi vediamo Carlo Magno nell’anno ‘800 che fa il suo ingresso a Roma assieme al Papa Leone III, mentre sullo sfondo si vede la Basilica di San Pietro con il cupolone (concluso nel 1602).

La presentazione coordinata dalla Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari, Neria De Giovanni, è stata accompagnata da una proiezione delle opere esistenti nelle stanze e commentate da mons. Francia.

Il volume contiene studi inediti di quattro giovani studiosi: Flaminia Enea, Alessandro Lusana, Patrizia Papini e Antonio Cataldi.

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ZENIT Staff

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