Misura, decoro, rispetto: modelli per le nuove generazioni

Si è concluso il XXXI Convegno dedicato alla memoria di Vittorio Bachelet

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ROMA, lunedì, 14 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Sottolineare alcune ripercussioni di natura educativa relative all’attualità delle vicende politiche dell’Italia forse sinora sottovalutate: è questo l’obiettivo del documento della Presidenza nazionale di Azione cattolica diffuso al termine del XXXI Convegno dedicato alla memoria del giurista assassinato dalle Brigate rosse, Vittorio Bachelet, tenutosi l’11 e 12 febbraio scorso a Roma sul tema “L’unità della Repubblica oggi. Tra solidarietà nazionale, autonomie e dinamiche internazionali”. 

“I 150 anni dell’unità d’Italia – premette il documento intitolato ‘Misura, decoro, rispetto: modelli per le nuove generazioni’ – costituiscono un appuntamento che ci vede, come cattolici, particolarmente partecipi perché parte integrante della nostra nazione”. “La stessa associazione – sottolinea il documento dell’Azione cattolica – è stata, infatti, tra le primissime realtà dello Stato unitario ad avere una connotazione nazionale”. Un’attenzione questa che “è squisitamente nello stile dell’associazione chiamata e impegnata a formare le coscienze, capace di offrire alle persone di ogni età e condizione di vita un cammino di attenzione all’altro e al bene comune”.

E’ in questa prospettiva educativa che l’Ac intende offrire una propria valutazione delle vicende politiche del Paese facendo proprio l’allarme lanciato dal cardinale Angelo Bagnasco, nella recente prolusione ad Ancona al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, a proposito del “disastro antropologico che si compie a danno dei giovani e di quanti sono nell’età in cui si fanno le scelte definitive per il futuro della propria esistenza” ponendo in essere “una rappresentazione fasulla dell’esistenza e indicando un tipo di successo basato sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sé”.

“NON È EDUCATIVA – sottolinea con forza l’Ac – l’immagine della donna emersa in numerosi racconti giudiziari e mediatici. Ne è stata ripetutamente e insistentemente violata l’intangibile dignità, libertà, uguaglianza”. Allo stesso tempo “NON È EDUCATIVA l’immagine dell’uomo incapace di riconoscere nel corpo della donna, e nel proprio, un dono straordinario, certamente non finalizzato ad appagare un desiderio egoistico di possesso”.

È, invece “EDUCATIVO ridire con forza, con parole condivisibili da tutti, la bellezza vera di ogni età e di ogni soggettività, il senso profondo dell’essere uomo e dell’essere donna”. Per questo, prosegue il documento “chiediamo al mondo dei media un modo diverso di comunicare senza ammiccamenti e senza ridurre la donna e l’uomo solo a corpo da guardare, da possedere, da sfruttare”.

NON È EDUCATIVA, ancora “l’idea che i giovani e gli adolescenti, per realizzarsi, debbano mettere da parte i propri talenti, seguendo tristi scorciatoie”. È difficile, infatti “costruire un mondo diverso e migliore se l’unico insegnamento trasmesso alle nuove generazioni è quello di cercare ostinatamente i favori del potente”. È, al contrario “EDUCATIVO, ed importante, valorizzare e dare sempre più spazio ai giovani talenti dello studio, della ricerca, dei mestieri e delle professioni, ai giovani del volontariato e del servizio gratuito agli altri”. “Scegliamo con consapevolezza – è l’invito dell’Ac – quali modelli culturali offrire a tutti, senza, ovviamente, cadere nel moralismo di facciata”.

Sul fronte del diritto di informazione “NON È EDUCATIVA – secondo l’Ac – la percezione che il riserbo delle inchieste giudiziarie sia costantemente minato da interessi politici e giornalistici, e che sul sistema della giustizia si addensi l’ombra della manipolazione di parte”. Allo stesso tempo, “DISEDUCA al valore dell’informazione assistere sui media ad una guerra frontale, caratterizzata anche da ‘dossieraggi’ e ‘killeraggi’ contro i propri ‘nemici’, che siano politici della parte avversa o magistrati o uomini della cultura e dell’informazione”.

“Non è casuale – secondo la Presidenza dell’Ac – la contemporanea perdita di credito, tra gli italiani, e della politica e della giustizia e dei media, i tre attori di un circolo che sta diventando oltremodo vizioso”. Al contrario “È EDUCATIVO riaffermare il senso della deontologia e dell’imparzialità in professioni, ruoli e responsabilità pubblici ad alto valore civile, fondamentali per la tenuta della democrazia”.

Preoccupa anche il tentativo di coinvolgere nei conflitti giudiziari, mediatici e politici le istituzioni della Repubblica. “Siamo ad un passo da un baratro – afferma il documento – che porterebbe i cittadini a ritenere le istituzioni come parte in causa dei conflitti tra persone e gruppi di potere, e non più come luoghi di tutela”. Diventa allora “EDUCATIVO promuovere uno sforzo per tenere le istituzioni fuori dalla bagarre, restituirle alla loro credibilità pubblica e alla loro funzione di servizio, facendo in modo che in queste vicende possano essere punti di riferimento saldi, e non parti in gioco”.

L’elenco di responsabilità non riguarda solo il mondo dell’informazione e i soggetti istituzionali: “NON È EDUCATIVA – prosegue il documento – la passività dell’opinione pubblica” mentre “è EDUCATIVO l’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile”.

È dunque “EDUCATIVO valorizzare il tanto che di buono, operoso, lungimirante, concreto offre ancora oggi il nostro Paese”. “Ci sono realtà, civili e ecclesiali – ribadisce l’Ac – che ogni giorno si sforzano di veicolare queste idee per costruire davvero un tessuto di valori positivi e condivisi” così come “ci sono agenzie educative, come la scuola, in cui tra mille difficoltà si cerca di formare anche ad una vita civile consapevole”. Senza dimenticare che “ci sono famiglie – le quali costituiscono ancora il cardine della nostra società – che, pur fra innegabili difficoltà, cercano di dare una cornice di riferimento etica ai loro figli”.

“Forse in questo momento – si interroga l’Ac – tutto ciò può sembrare di secondaria importanza. Ma chi crede nel futuro sa che non è così”.

E’ per questo che “ci appelliamo a tutti i protagonisti delle attuali vicende perché recuperino urgentemente, per il bene del Paese, il senso della misura, del decoro, del rispetto”. “L’Italia – conclude il documento della Presidenza nazionale di Ac – necessita di giovani sereni, coscienziosi e operosi; di adulti sobri, responsabili e aperti. Su italiani come questi si può costruire un domani migliore”.

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ZENIT Staff

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