Lampedusa, quattromila in quattro giorni

La crisi in Nordafrica fa aumentare gli sbarchi

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ROMA, lunedì, 14 febbraio 2011 (ZENIT.org).- “Tutta la nostra comunità si è messa all’opera per garantire l’accoglienza e supplire alle carenze delle istituzioni, ma un’isola di cinquemila abitanti non può sopportare tutto questo peso”.

Don Stefano Nastase, parroco di Lampedusa, racconta alla “Radio Vaticana” come l’isola siciliana sta vivendo questa nuova ondata migratoria dal Nordafrica.

Negli ultimi giorni sulle coste siciliane sono arrivate – soprattutto dalla Tunisia – circa 5.000 persone, ed è stata decisa la riapertura del centro di accoglienza di Lampedusa.

Nel centro, riaperto domenica, hanno trovato accoglienza 2.150 persone, ma questo lunedì ci sono stati nuovi arrivi. 11 migranti sono stati fermati a Pantelleria, 16 sono stati soccorsi da una motovedetta a largo delle coste ragusane. Altre 30 persone sono state rintracciate nel Salento.

“Il Cie (Centri di identificazione ed espulsione, ndr) non è la risposta adeguata, serve una soluzione diversa, da studiare con i nostri governanti. Spero che le istituzioni intervengano al più presto e prevalga il buon senso”, ha affermato don Nastase.

“Ora bisognerà valutare caso per caso se si tratta di migranti che hanno diritto a protezione umanitaria o se, secondo il Governo, sono destinati all’espulsione”, ha spiegato Oliviero Forti della Caritas italiana.

“Noi insistiamo che ogni forma di controllo o contrasto sia fatta nel rispetto delle norme internazionali e dei diritti umani”, ha aggiunto.

La vicenda tunisina, ha osservato Forti, “dimostra che non si risolve la questione migratoria con un singolo accordo, ma serve una politica più ampia che regoli i flussi senza bloccarli. Se non si aprono canali umanitari si rischiano nuove stragi”.

Il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha chiesto “una convocazione urgente’” del Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo per far fronte agli sbarchi di persone provenienti dal Nordafrica, dopo le proteste popolari scatenatesi nelle ultime due settimane. La commissaria UE, Malmstrom, sostiene però che sabato scorso l’offerta di aiuto è stata rifiutata, affermazione smentita da Maroni.

Aprendo la sessione plenaria di Strasburgo di questa settimana, tuttavia, il Presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek ha commentato che “gli Stati membri dell’Unione Europea devono condividere questa responsabilità”.

Sulla polemica tra Italia e Europa Oliviero Forti aggiunge: “Gli stati membri della UE hanno attuato politiche concertate solo per quanto riguarda il contenimento e il contrasto delle migrazioni. Non hanno mai lavorato insieme a politiche di ingresso e integrazione. Se non si ha il coraggio di fare questo gli appelli all’Europa valgono poco”.

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ZENIT Staff

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