di Chiara Santomiero
ROMA, lunedì, 14 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Sono trascorsi poco più di due anni da quando, la notte di Natale del 2008, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, annunciava la nascita del Fondo Famiglia Lavoro come strumento di sostegno concreto che la diocesi ambrosiana finalizzava all’aiuto di persone e famiglie in difficoltà a causa della crisi economica e lavorativa.
Un bilancio dell’iniziativa è stato presentato sabato 12 febbraio a Milano, presso il Centro congressi della Fondazione Cariplo, nel corso del convegno “Chiesa, crisi, solidarietà: due anni di Fondo Famiglia Lavoro”.
Al convegno hanno partecipato oltre al cardinale Tettamanzi, il cardinale Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona, il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti – che ha annunciato lo stanziamento di altri 500 mila euro per il Fondo – e il sociologo Aldo Bonomi direttore dell’Istituto di ricerca Consorzio Aaster.
Istituito ufficialmente con decreto il 23 gennaio 2009, il Fondo ha raggiunto al 12 febbraio 2011 la quota di 11,5 milioni di euro. La somma comprende 1 milione di euro dello stanziamento iniziale donato dal cardinale Tettamanzi e 1,5 milioni di euro donati dalla Fondazione Cariplo, più il frutto di 5.320 donazioni effettuate da privati cittadini.
Le somme sono state erogate a 5.206 famiglie di cui 2.313 italiane – pari al 45% del totale – e 2.893 straniere pari al restante 55%.
La maggior parte di queste ha figli (95,2% ) e un reddito inferiore a 750 euro al mese (73,2%). I capifamiglia svolgono per lo più la professione di operaio generico e la difficoltà economica nasce da disoccupazione da breve tempo (71,2%) per licenziamento (36,7%) o fine di un contratto a termine (28,1%) ma anche per l’inserimento nella cassa integrazione guadagni (12,5%).
Lo strumento messo in campo dalla diocesi di Milano, oltre ad aiutare le famiglie in difficoltà che abitano nel suo territorio, ha una finalità educativa sui temi della sobrietà e della solidarietà.
“Il Fondo – ha affermato Bonomi presentando la ricerca sull’iniziativa – ci segnala che, d’ora in poi, chi vuole muoversi sul terreno della solidarietà, deve tenere conto che la situazione lavorativa è diversa: siamo tornati alla schiavitù e alla servitù della gleba oltre al caporalato”. In questa situazione “il Fondo, che ha permesso di conoscere altre forme di povertà soprattutto femminile e delle donne straniere, produce coesione sociale e mette assieme la comunità di cura con la comunità operosa”.
“Se la crisi a Milano ha colpito pesantemente le famiglie – ha affermato il cardinale Tettamanzi -, non sono affatto mancate le risposte generose, fantasiose e creative che ci hanno dimostrato che alla crisi è possibile rispondere”. Secondo l’arcivescovo è importante “leggere e comprendere attentamente il momento che stiamo vivendo”.
Proprio nell’ottica di superare la crisi, infatti, serve “discernimento nel cogliere opportunità e rischi comuni al momento presente, concretezza nell’individuare le soluzioni praticabili; ricostruzione di sempre nuovi percorsi di riconciliazione e fraternità; sguardo lungimirante, profondo, aperto al futuro”. “Sono queste – ha concluso il cardinale – le quattro vie da percorrere per poter uscire dall’attuale condizione di smarrimento”.