ROMA, domenica, 13 febbraio 2011 (ZENIT.org).- “La novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che Lui stesso ‘riempie’ i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in Lui”. Lo ha detto questa domenica Benedetto XVI in occasione della preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro.
Partendo dal Vangelo odierno, in cui Gesù afferma di non essere venuto tra gli uomini per abolire la Legge ma per dargli il pieno compimento, il Papa ha detto che “attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci di vivere l’amore divino”.
“Perciò – ha continuato – ogni precetto diventa vero come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso”.
“Forse – ha poi aggiunto – non è un caso che la prima grande predicazione di Gesù si chiami ‘Discorso della montagna’! Mosè salì sul monte Sinai per ricevere la Legge di Dio e portarla al Popolo eletto”.
“Gesù – ha concluso – è il Figlio stesso di Dio che è disceso dal Cielo per portarci al Cielo, all’altezza di Dio, sulla via dell’amore. Anzi, Lui stesso è questa via: non dobbiamo far altro che seguire Lui, per mettere in pratica la volontà di Dio ed entrare nel suo Regno, nella vita eterna”.
Al termine della preghiera dell’Angelus, nel salutare i pellegrini slovacchi, in particolare i delegati dei movimenti e delle associazioni di fedeli laici, Benedetto XVI ha ricordato che lunedì la Chiesa celebrerà la festa dei santi fratelli Cirillo e Metodio, gli “apostoli degli slavi”, che introdussero il cristianesimo in Europa centrale nel IX secolo.
“Seguendo le loro orme anche voi siete venuti a Roma – ha detto il Papa –. Che questo pellegrinaggio vi rafforzi nella fede, che essi hanno annunziato ai vostri antenati”.
Parlando poi in polacco, il Papa ha quindi voluto ricordare l’Arcivescovo metropolita di Lublino, mons. Jozef Życiński, morto improvvisamente il 10 febbraio, a Roma, all’età di 62 anni, a causa di un’emorragia cerebrale
Dicendosi unito nella preghiera con i fedeli dell’arcidiocesi di Lublino, il Papa ha detto: “E’ tornato al Signore, compiendo il servizio alla Chiesa universale nella Santa Sede. Goda nella gloria dei frutti della sua vita e dell’opera pastorale”.