I Vescovi lombardi: i giovani, vittime della confusione morale

Denunciano l’incoerenza tra i valori proclamati e i comportamenti privati

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ROMA, giovedì, 10 febbraio 2011 (ZENIT.org).- “Un forte disagio per l’attuale situazione socio-politica, per i temi e i toni del dibattito pubblico, per l’inquietudine diffusa, per i problemi drammatici e le manifestazioni violente che tormentano molti Paesi del mondo”: è quello espresso dai Vescovi nel documento che ha chiuso i lavori della sessione ordinaria della Conferenza episcopale lombarda (Cel) svoltasi il 7 e 8 febbraio scorsi a Somasca di Vercurago (Lecco). 

La Cel, presieduta dal Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo metropolita di Milano, è composta dai Vescovi titolari, coadiutori e ausiliari delle nove diocesi lombarde: Milano, Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova e Vigevano.

I Vescovi, analizzando la situazione del Paese, hanno sottolineato una “particolare preoccupazione per la condizione giovanile”. I giovani, infatti “sono i destinatari di una singolare simpatia e attenzione – secondo la tradizione delle Chiese di Lombardia – perché sono i protagonisti del futuro”.

Tuttavia “la condizione giovanile attuale risulta come mortificata” in quanto “sono diffuse la sfiducia nel futuro a motivo della crisi del modello di sviluppo sinora dominante” così come “la confusione morale ingenerata anche dalla tendenza a giustificare l’incoerenza tra i valori proclamati in pubblico e i comportamenti privati”. Ciò comporta “la sfiducia nelle istituzioni motivata anche da atteggiamenti di insofferenza verso le regole della democrazia, avvertite più come un intralcio che come garanzia di libertà e di uguaglianza”.

A fronte di questa situazione, prosegue il documento, i Vescovi lombardi sentono il dovere di “offrire il loro specifico contributo annunciando il Vangelo e indicando a tutti i fedeli, ai giovani in particolare, il cammino della speranza, il carattere promettente della coerenza morale, la responsabilità di tutti a porsi al servizio gli uni degli altri”.

Proprio per questo motivo esprimono apprezzamento e incoraggiamento per “la dedizione di molti amministratori locali che con passione, competenza e disinteresse personale si fanno carico del bene comune”. Riconoscono, inoltre, in questo impegno “spesso ingrato, molteplici segni di un’autentica attenzione al vissuto concreto della gente: ciò apre alla speranza che questo stile di vita possa essere contagioso e ampiamente condiviso”.

Invitano pertanto “tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà a farsi carico di quell’agenda di speranza per il futuro del Paese che è stata discussa e condivisa nella Settimana sociale dei cattolici italiani celebrata a Reggio Calabria nello scorso ottobre”.

In questa prospettiva, i presuli lombardi si impegnano “a promuovere nelle rispettive diocesi, secondo le loro competenze e responsabilità, occasioni di discernimento condiviso con le varie forme associative dei laici cattolici sulla situazione attuale e sulle prospettive future, a incoraggiare e sostenere proposte di formazione per l’impegno sociale e politico”.

Questo impegno risulta in linea con il cammino pastorale della Chiesa in Italia per il decennio 2010-2020 che deve vedere tutti “impegnati ad educare alla vita buona del Vangelo, in particolare sollecitando e accompagnando i giovani a vivere la vita come una vocazione e a guardare al futuro con la forza di una speranza responsabile”.

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ZENIT Staff

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