I Vescovi USA sostengono tre disegni di legge pro-vita

WASHINGTON, D.C., martedì, 8 febbraio 2011 (ZENIT.org).- I Vescovi statunitensi stanno sostenendo presso la Camera dei Rappresentanti tre disegni di legge che cercano di tutelare la coscienza dei professionisti del settore sanitario e di evitare che i fondi provenienti dalle tasse vengano utilizzati per finanziare aborti.

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Il presidente del Comitato per le Attività Pro-Vita della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, il Cardinale Daniel DiNardo, Arcivescovo di Galveston-Houston, ha scritto tre lettere alla Camera dei Rappresentanti sulla legislazione proposta.

Circa il “Protect Life Act”, il porporato ha sottolineato che affronterebbe delle lacune nella riforma del sistema sanitario e la porterebbe “in linea con le politiche sull’aborto e sui diritti di coscienza che hanno a lungo prevalso in altri programmi sanitari federali”.

Il disegno di legge lo farebbe evitando che i fondi sovvenzionino aborti o piani di assistenza sanitaria che coprono l’aborto, difendendo la coscienza dei professionisti del sistema sanitario che rifiutano di partecipare a un aborto e assicurando che la legge non prevalga sulle leggi statali sull’aborto e l’obiezione di coscienza.

L’“Abortion Non-Discrimination Act” codificherebbe la politica dell’emendamento Hyde/Weldon e darebbe alle strutture sanitarie che non effettuano aborti un ricorso legale di fronte alla discriminazione governativa.

“Il disegno di legge ribadisce un principio fondamentale”, ha scritto il Cardinale DiNardo. “Nessuna struttura sanitaria dovrebbe essere costretta dal Governo a effettuare aborti o a parteciparvi”.

Il “No Taxpayer Funding for Abortion Act”, infine, codificherebbe il fatto che “il Governo federale non debba usare i soldi dei contribuenti per sostenere e promuovere l’aborto”.

Il Cardinale DiNardo ha sottolineato che molte persone pensano già che questo sia legge.

Il provvedimento eviterebbe problemi e confusioni sul finanziamento dell’aborto in futuro, ha aggiunto.

Con questi disegni di legge, ha concluso, si agirebbe in modo chiaro “anziché perdersi in dibattiti su una procedura letale che la maggior parte degli americani sa che non è affatto ‘assistenza sanitaria’”.

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ZENIT Staff

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