Card. Ouellet: la crisi della Bibbia è esterna e interna alla Chiesa

Il porporato inaugura a Madrid il congresso sulla Sacra Scrittura

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MADRID, martedì, 8 febbraio 2011 (ZENIT.org).- La relativizzazione della Bibbia, che nega il suo valore di Parola di Dio, rappresenta un’autentica crisi sia esterna che interna alla Chiesa stessa, afferma il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione vaticana per i Vescovi.

Il relatore del Sinodo dei Vescovi del mondo sulla Parola di Dio, svoltosi in Vaticano nell’ottobre 2008, ha pronunciato questo lunedì mattina presso il Palazzo dei Congressi di Madrid (Spagna) la prima conferenza del congresso “La Sacra Scrittura nella Chiesa”, che si chiuderà il 9 febbraio e al quale partecipano 800 persone.

“Negli ultimi decenni, una profonda crisi scuote le basi della cultura europea”, ha constatato il porporato canadese.

“Una nuova ragion di Stato impone la sua legge e cerca di relegare in secondo piano le radici cristiane dell’Europa. Sembrerebbe che, in nome della laicità, la Bibbia debba essere relativizzata, per dissolversi in un pluralismo religioso e scomparire come referente culturale normativo”, ha osservato.

La crisi, ha aggiunto, “è penetrata anche all’interno della Chiesa, visto che una certa esegesi razionalista si è impossessata della Bibbia per sezionare le varie tappe e forme della sua composizione umana, eliminando i prodigi e i miracoli, moltiplicando le ipotesi e seminando non di rado confusione tra i fedeli”.

In questo modo, ha riconosciuto, sorgono domande inquietanti: “La Sacra Scrittura non sarà altro che parola umana? Non è vero che i risultati delle scienze storiche invalidano la testimonianza biblica, e quindi la credibilità della Chiesa? Come possiamo continuare a credere, e chi dobbiamo ascoltare?”.

Il Sinodo dei Vescovi del 2008, ha spiegato il suo relatore, ha confermato la risposta della Chiesa a queste domande.

“Negli interventi dei Vescovi si sentiva l’urgenza di approfondire il modo di affrontare il testo biblico. Oltre al metodo storico-critico, di cui si riconoscono meriti e limiti, i Padri del Sinodo hanno raccomandato intensamente la lectio divina”, la meditazione orante della Parola di Dio, “e hanno chiesto lo sviluppo del senso spirituale della Scrittura, sulla linea della grande tradizione patristica”.

Parallelamente a questa riflessione della Chiesa universale, la Conferenza Episcopale Spagnola sta perfezionando una versione ufficiale della Bibbia adattata alla cultura attuale, con tutte le garanzie del rigore scientifico e della comunione ecclesiale, ha riconosciuto il Cardinale Ouellet.

“Spero che tutta la Spagna benefici di questa iniziativa e possa mostrare all’Europa, oggi come in altre epoche, un cammino rinnovato per l’annuncio del Vangelo”, ha confessato.

Nel suo intervento, l’ex primate del Canada ha presentato l’esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, in cui Benedetto XVI raccoglie le conclusioni del Sinodo sulla Parola e dà impulso alla nuova evangelizzazione, “invitando pastori, fedeli ed esperti nella Bibbia a ritrovare la Parola divina nelle parole umane del testo sacro”.

“Di fronte alla sfida della secolarizzazione dell’Occidente cristiano e della crisi di identità del cristianesimo in ambienti pluralisti, la Chiesa risponde con un nuovo annuncio della Parola vivente di Dio in Gesù Cristo, che invita a un rinnovato atto di fede nella Sacra Scrittura”, ha indicato il Cardinale.

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ZENIT Staff

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