I Vescovi nordafricani analizzano gli eventi in Tunisia

Visitano il monastero rappresentato nel film “Uomini di Dio”

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ALGERI, lunedì, 7 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Le richieste di libertà e dignità che hanno provocato gravi disordini in Tunisia e in Egitto influenzeranno il futuro del dialogo tra musulmani e cristiani, affermano i Vescovi nordafricani.

La Conferenza Episcopale della Regione Nordafricana (CERNA) si è riunita ad Algeri la scorsa settimana per analizzare “la gravità degli eventi che stanno avendo luogo nel mondo arabo” per “compiere un primo discernimento”.

Il comunicato finale dell’incontro di cinque giorni, terminato mercoledì scorso, ha affermato che nei movimenti sociali i Vescovi riconoscono “una richiesta di libertà e dignità, in particolare da parte delle giovani generazioni della regione”.

I presuli hanno analizzato gli eventi alla luce del Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace, celebrata il 1° gennaio, sul tema della libertà religiosa e della pace. La libertà religiosa, hanno affermato, “è la garanzia del totale e reciproco rispetto tra le persone”.

La dichiarazione finale, firmata dal presidente della CERNA, l’Arcivescovo Vincent Landel di Rabat (Marocco), ha sottolineato che la libertà religiosa “si traduce soprattutto nella libertà di coscienza, attribuita a ogni persona, la libertà di cercare la verità. Implica il rispetto per l’altro, per la sua dignità, base della legittimazione morale di ogni norma sociale o giuridica”.

“La libertà di coscienza e la cittadinanza saranno senz’altro sempre più al centro del dialogo tra i credenti musulmani e cristiani che vivono nel Maghreb”.

I Vescovi hanno spiegato che la Chiesa è “al servizio di abitanti essenzialmente musulmani”, “del loro sviluppo e delle loro aspirazioni a una maggiore dignità”.

Le Chiese dei Paesi nordafricani “sottolineano la qualità dei legami di amicizia intrecciati con i cittadini di questi Paesi, e testimoniano con gioia sempre più occasioni per stringere questi vincoli”.

Impegno comune

“Il dialogo cristiano-musulmano è possibile, l’impegno comune al servizio dei più bisognosi e il lavoro con associazioni delle società civili del Maghreb ci permettono di imparare a conoscerci reciprocamente, non solo di tollerarci, ma anche di rispettarci e capirci nella ricerca della volontà di Dio”.

L’Arcivescovo Landel ha riferito che i Vescovi della CERNA hanno viaggiato anche tra la neve per visitare il monastero di Nostra Signora di Tibhirine, dove vivevano i sette monaci trappisti rapiti e uccisi nel marzo 1996.

I monaci sono stati lodati per il coraggio dimostrato nel voler rimanere accanto alla gente durante un periodo turbolento nella regione. Il film “Uomini di Dio” racconta la loro storia.

L’Arcivescovo ha affermato che i presuli “hanno pregato nella cappella in cui i monaci cantavano i Salmi e cercavano la volontà di Dio, per la quale ‘non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici’”.

“Il film ‘Uomini di Dio’ permette a tanti di capire il significato di una presenza della Chiesa nel Maghreb”, ha aggiunto.

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ZENIT Staff

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