Benedetto XVI incoraggia a una “rinnovata cultura della vita”

E dedica un pensiero alla Giornata Mondiale del Malato dell’11 febbraio

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ROMA, domenica, 6 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Questa domenica Benedetto XVI è tornato a rivolgere un pressante appello alla società civile perché si impegni nella promozione di una cultura della vita, specialmente per quanto riguarda i malati e i bambini non nati. 

Nel discorso introduttivo alla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che il prossimo 11 febbraio, nella memoria della Beata Vergine di Lourdes, si celebrerà la Giornata Mondiale del Malato, voluta da Giovanni Paolo II.

“Essa – ha sottolineato il Pontefice – è occasione propizia per riflettere, per pregare e per accrescere la sensibilità delle comunità ecclesiali e della società civile verso i fratelli e le sorelle malati”.

Nel Messaggio per questa Giornata, ispirato ad una espressione della Prima Lettera di Pietro: “Dalle sue piaghe siete stati guariti” (2,24), il Papa ha invitato tutti a “contemplare Gesù, il Figlio di Dio, il quale ha sofferto, è morto, ma è risorto”.

“Dio – ha continuato – si oppone radicalmente alla prepotenza del male. Il Signore si prende cura dell’uomo in ogni situazione, condivide la sofferenza e apre il cuore alla speranza. Esorto, pertanto tutti gli operatori sanitari a riconoscere nell’ammalato non solo un corpo segnato dalla fragilità, ma prima di tutto una persona, alla quale donare tutta la solidarietà e offrire risposte adeguate e competenti”.

Il Papa ha quindi ricordato che questa domenica in Italia si celebrava anche la “Giornata per la vita”, nata formalmente nel 1978 da un’intuizione della Commissione episcopale per la Famiglia ed un invito esplicito del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, nell’anno in cui entrò in vigore la legge 194 sulla interruzione volontaria di gravidanza.

“Auspico – ha detto il Santo Padre – che tutti si impegnino per far crescere la cultura della vita, per mettere al centro, in ogni circostanza, il valore dell’essere umano. Secondo la fede e la ragione la dignità della persona è irriducibile alle sue facoltà o alle capacità che può manifestare, e pertanto non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto”.

Al termine della preghiera dell’Angelus, il Papa è quindi tornato a parlare del rispetto della vita nascente nel salutare le delegazioni delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università di Roma, accompagnate dal Cardinale Vicario Agostino Vallini, in occasione del convegno promosso dai Dipartimenti di Ginecologia e Ostetricia sul tema dell’assistenza sanitaria nella gravidanza.

A questo proposito il Papa ha ricordato che “quando la ricerca scientifica e tecnologica è guidata da autentici valori etici è possibile trovare soluzioni adeguate per l’accoglienza della vita nascente e per la promozione della maternità”.

“Auspico che le nuove generazioni di sanitari siano portatrici di una rinnovata cultura della vita”, ha concluso infine.

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ZENIT Staff

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